Londra (Regno Unito), 23 nov. (LaPresse/AP) – “Spero che gli Stati Uniti valutino nuovamente questa decisione (di sospendere i pagamenti all’Unesco, ndr) e riprendano il loro impegno a sostenere l’agenzia”. Lo ha detto il ministro degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, Riad Malki, in un’intervista ad Associated Press. Lo scorso 31 ottobre la Palestina è stata ammessa come membro a tutti gli effetti dell’Unesco. Di conseguenza Washington ha bloccato i finanziamenti all’organizzazione, perché una restrizione prevista dalla normativa americana vieta di finanziare organismi dell’Onu che riconoscono la Palestina come Stato prima che sia raggiunto un accordo di pace con Israele. Malki ha firmato oggi a Londra il cosiddetto strumento di accesso all’Unesco, documento che permette alla Palestina di issare la propria bandiera accanto a quelle degli altri 194 membri dell’agenzia.

“Non dovremmo mescolare la politica con questo tipo di lavoro. Spero che gli Usa e il Congresso rivalutino la questione”, ha dichiarato il ministro. Alcuni Paesi, ha poi proseguito, stanno lavorando per convincere Washington a ripristinare i finanziamenti, e sono previsti colloqui tra rappresentanti Usa e il direttore generale dell’Unesco, Irina Bokova. Le donazioni degli Usa, circa 80 milioni di dollari all’anno, ammontano al 22% del bilancio dell’agenzia Onu. “Dovremmo convincere gli Usa a cambiare idea in termini di contributi finanziari”, ha detto ancora Malki, aggiungendo: “È veramente molto importante, ci sono così tanti Paesi che stanno cercando di farlo”.

Malki ha confermato che i palestinesi non hanno intenzione di chiedere subito di essere ammessi in altre agenzie dell’Onu. “Al momento – ha dichiarato il ministro palestinese – non metteremo a rischio il lavoro di altre organizzazioni, aspetteremo finché non avremo concluso le procedure al Consiglio di sicurezza e poi valuteremo quale sarà il nostro prossimo passo”. L’ammissione nell’Unesco, ha aggiunto Malki, comporterebbe per la Palestina un ingresso automatico all’Organizzazione delle Nazioni unite per lo sviluppo industriale e all’Organizzazione mondiale per la proprietà intellettuale.

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