Il Cairo (Egitto), 13 nov. (LaPresse/AP) – Dopo che ieri la Lega araba ha sospendeso la Siria da tutti gli incontri del gruppo fino a quando non applicherà l’accordo per mettere fine alla sanguinosa repressione dei manifestanti, oggi dimostranti filogovernativi hanno assaltato la sede dell’ambasciata saudita a Damasco. Prima, sempre nella capitale, avevano attaccato quella del Qatar. Dura la condanna dell’Arabia saudita, che ha chiesto che il regime del presidente Bashar Assad si assuma le responsabilità della sicurezza.

Ieri la decisione della Lega araba è stata annunciata dal ministro degli Esteri del Qatar e presidente di turno della Lega, dopo una votazione durante l’incontro di emergenza dal Cairo sulla crisi siriana. Dopo aver chiesto per l’ennesima volta all’esercito siriano di fermare le violenze sui dimostranti pacifici, Hamad bin Jassim, presidente di turno della Lega. Jassim ha spiegato che la sospensione entrerà in vigore ufficialmente da mercoledì prossimo. Il ministro ha riferito che 18 Paesi hanno votato a favore della decisione, respinta oltre che dalla stessa Siria, anche da Libano e Yemen. L’Iraq si è astenuto. Jassim ha aggiunto che la Lega araba adotterà sanzioni politiche ed economiche contro il regime del presidente Bashar Assad se non saranno fermate tutte le violenze.

“La Siria – ha detto il ministro durante la sessione – è un Paese molto caro per tutti noi e ci fa male dover prendere questa decisione. Speriamo che arrivino presto misure coraggiose da Damasco per mettere fine alle violenze e iniziare un vero dialogo verso riforme reali”. Jassim ha poi sottolineato che “nessuno sta parlando di una no-fly zone, alcune persone stanno cercando di fare confusione su questo”.

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