New York (New York, Usa), 1 nov. (LaPresse/AP) – In diversi Paesi del mondo si ricorre sempre più spesso all’uso di mercenari e nel mondo operano sempre più società di sicurezza che non sono sottoposte ad alcun tipo di controllo. È quanto risulta da un rapporto presentato oggi all’Assemblea generale delle Nazioni unite dal Gruppo di lavoro sull’impiego dei mercenari. In Libia e in Costa d’Avorio, si legge nel rapporto, i mercenari sono accusati di gravi violazioni dei diritti umani, così come alcuni dipendenti di agenzie di sicurezza in Iraq e in altri Paesi. Gli Stati, ha dichiarato Faiza Patel, a capo del Gruppo di lavoro dell’Onu, dovrebbero cooperare per eliminare la pratica e sottoporre le attività di compagnie militari e di sicurezza a controlli regolari. “I recenti eventi in Africa dimostrano che il problema è ancora reale”, ha affermato la Patel, aggiungendo che questi combattenti stranieri vengono usati in modi sempre nuovi. In Costa d’Avorio ci sono prove considerevoli che l’ex presidente Laurent Gbagbo abbia ingaggiato circa 4.500 liberiani durante le violenze postelettorali l’anno scorso. In Libia, ha spiegato Patel, pare che l’ex regime abbia reclutato mercenari dai Paesi vicini e dall’Europa dell’est per reprimere le proteste antigovernative.
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