Bishkek (Kirghizistan), 31 ott. (LaPresse/AP) – In attesa dell’ufficialità dei risultati, Almazbek Atambayev, principale favorito per le elezioni presidenziali che si sono svolte ieri in Kirghizistan, ha proclamato la vittoria con larga maggioranza. Il processo elettorale, il primo effettivamente democratico dalla caduta dell’ultimo uomo forte Kurmanbek Bakiyev, è stato ben accolto degli organismi e dagli osservatori internazionali che però hanno notato alcune irregolarità nello svolgimento e, soprattutto, nel conteggio dei voti.
Dagli scrutini di quasi il 99% dei seggi elettorali il candidato del Partito socialdemocratico ha ottenuto oltre il 63% delle preferenze. “I risultati del voto – ha commentato il portavoce di Atambayev, Kadyr Toktogulov – mostrano che si è trattato di una vittoria nazionale. C’è solo una piccola differenza nella quantità di voti che ha ottenuto nel nord e nel sud del Paese”. In Kirghizistan è necessario andare oltre al 50% delle preferenze per evitare il ballottaggio. I principali rivali nella corsa elettorale, Kamchibek Tashiyev e Adakhan Madumarov, che non sono saliti sopra il 15%, non hanno però ancora riconosciuto la sconfitta e potrebbero presentare ricorso per presunte violazioni.
Soddisfatti per le operazioni di voto gli osservatori dell’Osce (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). “Nonostante i difetti nelle liste degli elettori e nel processo di classificazione dei voti – ha commentato Walburga Habsburg Douglas, capo degli osservatori internazionali – siamo cautamente ottimisti sul futuro della democrazia in Kirghizistan. Un lavoro significativo è però ancora necessario a tutti i livelli affinché il Paese tenga fede ai suoi impegni di condurre elezioni democratiche”. L’Osce ha notato casi di voti multipli e familiari, compravendita di preferenze e altre irregolarità. La situazione, spiega l’organismo, è poi peggiorata durante il conteggio e la classificazione delle schede, anche a causa di alterazioni nei protocolli.
Non ci stanno gli oppositori. “Deve essere il popolo a decidere l’autorità che vuole”, ha commentato Tashiyev, aggiungendo che non accetterà i risultati e annunciando possibili disordini pubblici. Il nazionalista ha però provato più volte a prendere le distanze dall’ipotesi secondo cui si sarebbe messo alla guida di proteste di massa. Non è chiaro se abbia fatto parte del gruppo di persone che oggi ha marciato lungo una strada che conduce da Jalal-Abad, sua città natale, nel sud del Paese, alla capitale Bishkek. Giornalisti locali riferiscono che il gruppo era composto da alcune centinaia di persone. Altre proteste sono in programma per domani a Jalal-Abad e nella città di Osh.
Sempre oggi, gli oppositori di Atambayev nel sud hanno avanzato una petizione per protestare contro la presunta manipolazione delle risorse statali per le elezioni. Il candidato del Partito socialdemocratico, dimessosi dall’incarico di primo ministro lo scorso mese per partecipare alla campagna elettorale, è una delle figure di spicco della coalizione di governo e stretto alleato della presidente uscente Roza Otunbayeva che si dimetterà a fine anno per lasciare il posto al nuovo eletto. Secondo la nuova Costituzione approvata lo scorso anno, il presidente potrà rimanere in carica per un solo mandato di sei anni. Atambayev ha già detto che la carta costituzionale potrà essere modificata, ma non ha specificato in quali punti.
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