Buenos Aires (Argentina), 27 ott. (LaPresse/AP) – Dodici ex alti membri dell’esercito e funzionari della polizia argentini, tra cui Alfredo Astiz, sono stati condannati all’ergastolo per crimini contro l’umanità, commessi in relazione ai ‘desaparecidos’ durante la dittatura militare tra il 1976 e il 1983. Sono stati giudicati colpevoli di rapimento, tortura e omicidio di dissidenti nel più grande centro di detenzione e tortura di Buenos Aires, la Escuela mecanica de la armada (Esma). Tra i condannati anche Astiz, 59 anni, ex spia della marina noto con il soprannome di ‘angelo della morte’. È stato ritenuto responsabile, tra l’altro, di complicità nella scomparsa, tortura e uccisione delle due suore francesi Alice Domon e Leonie Duquet, e di Azucena Villaflor, fondatrice del gruppo Madri di plaza de Majo. Le tre furono torturate e poi gettate nell’oceano da aerei militari. Astiz è stato anche giudicato colpevole della sparizione di Rodolfo Walsh, che insieme allo scrittore Gabriel Garcia Maquez fondò l’agenzia Prensa Latina e che diede voce al dissenso durante la dittatura.

I crimini riguardanti tutti gli imputati includono 86 casi di tortura e omicidio di desaparecidos commessi all’Esma, ora museo aperto al pubblico. Si stima che nella struttura furono detenute circa 5mila persone e che meno della metà di loro sopravvisse. Il processo, iniziato a dicembre 2009, ha visto la condanna di altri quattro imputati al carcere per periodi di pena tra 18 e 25 anni e l’assoluzione di altri due. L’ex ammiraglio Emilio Masserta, a capo dell’Esma, non era invece tra gli imputati, perché è morto lo scorso novembre. Alla lettura delle sentenze centinaia di attivisti, parenti dei desaparecidos e gente comune in attesa in strada ha festeggiato, applaudendo e piangendo. ‘Olé olé, avranno il destino dei nazisti. Dovunque andranno, li troveremo’, cantavano, definendo quello di oggi un “giorno storico per l’Argentina”. Intanto, prosegue il processo sul rapimento sistematico dei figli delle detenute nel centro, che era utilizzato anche per far partorire le donne incinte. I neonati venivano fatti scomparire e affidati in segreto ad altre

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata