Yaoundé (Camerun), 9 ott. (LaPresse/AP) – Sono iniziate le operazioni di voto in Camerun, dove oggi circa 7 milioni e mezzo di cittadini sono chiamati alle urne per le elezioni presidenziali. Stamattina i seggi hanno aperto in ritardo e dovrebbero chiudere alle 19 ora italiana. Il Consiglio costituzionale avrà poi due settimane prima di dichiarare i risultati. I candidati sono 23 e il favorito è l’attuale presidente Paul Biya, che si assicurerebbe così l’ingresso nel quarto decennio consecutivo al potere.
Il governo ha dispiegato in tutto il Paese forze di sicurezza in più rispetto al normale in vista del voto di oggi. Circa 10 giorni fa uomini armati in divisa militare hanno bloccato un ponte a Douala e sparato nella zona agitando cartelli in cui invitavano il presidente Biya a dimettersi. Solo due giorni dopo la polizia ha arrestato 126 manifestanti che chiedevano l’indipendenza delle regioni dell’ovest del Paese, in cui si parla inglese; attivisti dell’area hanno chiesto ai residenti di boicottare il voto.
Lo sfidante chiave di Biya è Ni John Fru Ndi, alla guida del principale partito d’opposizione. I due si sono affrontati già nelle ultime elezioni, che risalgono al 2004, quando Biya ottenne uno schiacciante 70%, seguito da Fru Ndi al 17%. Al potere dal 1982, Biya vinse nel 1992 le prime elezioni presidenziali multipartitiche, denunciate a livello internazionale per presunti brogli. Nel 2008 Biya ha eliminato dalla Costituzione i limiti per le candidature in modo da potersi ripresentare alle presidenziali, alimentando così delle proteste già in corso contro l’aumento del prezzo del cibo in cui morirono almeno 40 persone. Quest’anno l’opposizione ha denunciato presunte irregolarità nella presentazione delle liste e difficoltà per gli elettori a ottenere le carte per votare. Fru Ndi ha accennato a “proteste come la primavera araba” se le elezioni non saranno libere ed eque.
I costi del cibo e della vita continuano ad aumentare vertiginosamente in Camerun e, secondo statistiche del governo, la disoccupazione ha raggiunto il 60%. I residenti, comunque, non sembrano essere propensi alla protesta. Contestazioni organizzate nella città di Douala, la più grande del Paese, hanno attratto solo poche persone. Dall’anno scorso il Camerun sta affrontando una epidemia di colera che ha fatto ammalare migliaia di persone e ne ha uccise centinaia. La maggior parte della popolazione del Paese, che consta di 20 milioni di abitanti, non ha accesso ad acqua pulita.
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