Cupertino (California, Usa), 6 ott. (LaPresse/AP) – Steve Jobs era malato da tempo, ma non aveva mai voluto mollare. Né il suo stile, né la sua voglia di innovare, né le sue idee. Solo ad agosto, sopraffatto dalla malattia, aveva accettato di lasciare il ruolo di amministratore delegato della Apple, l’azienda che aveva fondato e che negli ultimi 15 anni ha contribuito a trasformare nella principale avanguardia tecnologica, oltre che in una miniera di denaro. Ma nella notte italiana ha detto addio, spegnendosi all’età di 56 anni. Dal 2004 Jobs, creatore di innovazioni come iPod, iPhone e iPad, lottava con una rara forma di cancro al pancreas che l’aveva costretto a un intervento chirurgico, lunghe cure e, nel 2009, anche a un trapianto di fegato.
A rendere nota la notizia è stata la stessa azienda di Cupertino, come un breve comunicato pubblicato sul sito internet: “Apple – si legge – ha perso un genio visionario e creativo, e il mondo ha perso una persona straordinaria. Chi di noi ha avuto la fortuna di conoscere Steve e lavorare con lui ha perso un amico, una guida, una fonte d’ispirazione. Steve lascia un’azienda che solo lui avrebbe potuto costruire e il suo spirito resterà sempre lo spirito di Apple”.
Nato il 24 febbraio 1955 a San Francisco dalla giovane Joanne Simpson e dallo studente siriano Abdulfattah Jandali, Steve viene dato in adozione a Paul e Clara Jobs di Los Altos, in California. Appassionato fin da giovane di elettronica, lavora un’estate alla Hewlett-Packard prima ancora di finire la scuola superiore. Jobs si diploma nel 1972, quindi si iscrive al Reed College di Portland, ma lascia dopo sei mesi. La sua avventura nel mondo dell’elettronica e della tecnologia inizia con un lavoro per l’azienda di video games Atari. Quindi, nel 1976, con Steve Wozniak, fonda Apple. Nel 1984 lancia il Mac, ma l’anno successivo viene estromesso dalla dirigenza della compagnia per divergenze con la nuova amministrazione. Fa ritorno nel 1997 per permettere all’azienda di Cupertino di riprendersi dopo un periodo difficile e la trasforma in una delle compagnie tecnologiche di punta nel mondo, con un valore di mercato da 351 miliardi di dollari.
Dopo un periodo come amministratore delegato ad interim, prende la guida di Apple Inc. in modo permanente nel 2000. Puntando su un design minimalista e innovativo, Jobs vara un prodotto sensazionale dopo l’altro e segue il lancio di iPod, nel 2001, quindi iPhone nel 2007 e, nel 2010, iPad. Ai nuovi prodotti si aggiunge anche, nel 2008, l’Apple App Store, tramite cui gli sviluppatori possono vendere le applicazioni per iPhone che rendono quest’ultimo non un semplice telefono, ma uno strumento multifunzionale per gestire denaro, chattare, editare fotografie, e molto altro ancora. Nel 2011 Apple diventa la seconda maggiore società statunitense come valore di mercato, dietro a Exxon, superata brevemente ad agosto.
Di Steve Jobs era unico anche il modo di presentare le nuove creazioni, tenute in segreto fino all’ultimo e portate in pubblico da lui stesso, quasi sempre in jeans sbiaditi, scarpe da ginnastica e dolcevita nero. Nel mondo della tecnologia ha avuto pochi rivali, forse solo Bill Gates, numero uno di Microsoft, che oggi lo piange. “Per noi che abbiamo avuto abbastanza fortuna di lavorare con Steve – ha dichiarato nella notte Gates – è stato un immenso onore. Mi mancherà immensamente”. Ma la mano di Jobs si è estesa anche su altri settori, come quello dell’animazione, grazie a Pixar, acquistata nel 1986 e venduta venti anni dopo a Walt Disney, operazione che lo porta a diventare il maggiore azionista di quest’ultima.
Condoglianze e parole di dolore per la scomparsa sono arrivate da tutto il mondo e si stanno rimbalzando sui siti e social network, dagli Stati Uniti alla Cina. “Steve – ha commentato nella notte Barack Obama – è stato tra i maggiori innovatori americani, abbastanza coraggioso per pensare in modo differente, abbastanza audace per credere di poter cambiare il mondo e abbastanza dotato per farlo. Costruendo computer e mettendo internet nelle nostre tasche, ha reso la rivoluzione dell’informazione non solo accessibile, ma anche intuitiva e divertente. Ha trasformato le nostre vite, ridefinendo intere industrie, e ha raggiunto una delle imprese più rare nella storia umana: ha cambiato il modo in cui ognuno di noi vede il mondo. Il mondo ha perso un visionario”. L’ex compagno di scuola e co-fondatore di Apple, Steve Wozniak, ha dichiarato: “Penso che il modo in cui la gente ama così tanto i prodotti che Steve ha creato significa che ha portato un sacco di vita al mondo”.
Jobs lascia la moglie Laurene Powell, i loro tre figli, Reed Paul, Erin Sienna ed Eve, e un’altra figlia, Lisa Brennan-Jobs, avuta da una precedente relazione. “Se n’è andato in pace, circondato dai suoi cari”, ha reso noto la famiglia.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata