Bengasi (Libia), 27 set. (LaPresse/AP) – L’esercito della nuova Libia post-Gheddafi apre alle donne. Da marzo almeno 200 si sono formate nei programmi di addestramento solo al Complesso tecnico militare di Bengasi, ma nel Paese esistono molti altri centri. Le donne saranno impegnate soprattutto nella sicurezza di dimostrazioni e istituzioni, mentre per ora non è previsto lo siano in prima linea. Un’unità di 20 ragazze non armate è stata schierata lo scorso mese a Bengasi, quando il primo ministro britannico David Cameron e il presidente francese Nicolas Sarkozy erano in visita. Ora le forze rivoluzionarie ne stanno reclutando sempre di più, tra cui molte casalinghe e insegnanti.

Molte libiche sperano che il nuovo governo del Consiglio nazionale di transizione comporti per loro maggiori diritti e libertà rispetto a quanto abbia fatto il regime di Muammar Gheddafi. Questo prevedeva sì donne soldato, che pattugliavano i posti di blocco in uniforme kaki, velo e trucco pesante, ma più per sfizio del colonnello che per un reale passo verso i diritti femminili. “Ora molte donne che si arruolano sono casalinghe e lavoratrici. Non hanno esperienza militare e non sanno usare pistole, vengono qui per essere addestrate in caso debbano difendere se stesse e i propri figli”, dice Sabriya Mohammed al-Shraidi, colonnello che si è formata nel 1986 all’accademia di Bengasi e si è specializzata in intelligence militare. Spiega che la formazione delle nuove allieve avviene con ogni tipo di arma. Wafa al-Rayth, casalinga di 29 anni, è una delle ragazze che ha firmato per entrare nell’esercito: “L’ho fatto per mostrare al mondo che le donne libiche sono in grado di affiancare i loro fratelli e che siamo una società di larghe vedute”.

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