Bengasi (Libia), 24 set. (LaPresse/AP) – Poche ore dopo che la figlia di Muammar Gheddafi, Aisha, ha giurato che il colonnello sta bene e sta combattendo a fianco dei suoi sostenitori, in Libia si riaprono fronti di combattimento. I ribelli hanno annunciato di essere entrati a Sirte, dove è in corso tra duri combattimenti l’avanzata verso il centro. A Tripoli, invece un’enorme colonna di fumo si è alzata questo pomeriggio da un magazzino per veicoli militari nella zona del porto, dopo che forti esplosioni hanno scosso la zona. Ancora non è chiaro quale sia la causa dell’esplosione. Si ipotizza un semplice incidente, ma non si esclude un sabotaggio da parte dei lealisti di Gheddafi. Caldo anche il fronte politico. Il presidente del Comitato nazionale di transizione (Cnt), Mustafa Abdul-Jalil ha annunciato infatti che la prossima settimana sarò formato il governo ad interim, dopo il fallimento della scorsa settimana, dovuto al disaccordo su quali città dovessero esservi rappresentate e su altre questioni. Abdul-Jalil ha parlato ai giornalisti dopo il ritorno da New York dove, con il primo ministro del Cnt Mahmoud Jibril, ha rappresentato la Libia all’Onu.
A Sirte, una delle ultime tre roccaforti di Muammar Gheddafi, le forze dei ribelli sono entrate, il quello che è stato il primo assalto significativo da una settimana a questa parte. Dopo il fallito tentativo dell’ultimo weekend, infatti, le posizioni delle due fazioni sono rimaste ferme. I ribelli hanno dapprima occupato un importante incrocio nei pressi del centro, noto come Zafaran, per poi proseguire l’avanzata verso il centro, dove hanno raggiunto una stazione di trasmissione in una delle strade principali. Hanno lanciato razzi e sparato con artiglieria pesante, affrontando la controffensiva dei lealisti che hanno risposto con granate e cecchini sui palazzi. Secondo il medico Mahmoud Khlef, nell’attacco sei ribelli ribelli sono stati uccisi e circa 80 sono rimasti feriti, per lo più da schegge di granata. Le forze che si oppongono a Gheddafi hanno spiegato di aver programmato l’assalto solo dopo l’uscita dei civili dalla città, ma molte famiglie sono ancora bloccate nei nascondigli all’interno dei palazzi e i loro bambini cominciano ad ammalarsi per la carenza di acqua e cibo. E così l’attacco è stato lanciato. “Ci sono molte famiglie di Misurata bloccate a Sirte, nascoste nei basamenti dei palazzi. Non hanno cibo né acqua e molti dei loro bambini sono debilitati o malati, quindi non abbiamo avuto altra scelta che attaccare”, ha detto Mohammed al-Sugatri, comandante di una delle brigate rivoluzionarie. Secondo i ribelli, intanto, circa 1.300 famiglie sono fuggite da Sirte nell’ultima settimana.
Ieri sera, un messaggio audio di quattro minuti della figlia di Muammar Gheddafi, Aisha, era stato trasmesso dall’emittente siriana Al-Rai. La donne ha giurato che il raìs è in salute e combatte con i suoi sostenitori. “Coloro che hanno tradito la promessa che avevano fatto (a Gheddafi, ndr), come possono non tradire voi?”, ha detto. “Vi assicuro – ha continuato – che sta bene, crede in Dio, ha il morale alto, porta le armi e sta lottando fianco a fianco con i combattenti”. Quindi ha fatto appello ai “leoni” di Tripoli e di altre città affinché si sollevino e combattano gli oppositori.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata