Parigi (Francia), 20 set. (LaPresse/AP) – La Russia ha violato alcuni diritti procedendo allo smantellamento del gigante del petrolio Yukos nel 2003. E’ quanto afferma la Corte europea per i diritti dell’uomo (Cedu), che non ha però imposto il pagamento di alcun risarcimento. L’ex amministratore delegato di Yukos, Mikhail Khodorkovsky, è ora in prigione e molti ritengono che il suo arresto sia dovuto al fatto di essere un avversario di Vladimir Putin. I legali di Yukos si erano rivolti alla Corte accusando il governo russo di aver provato deliberatamente a smantellare il gruppo e avevano chiesto 98 milioni di dollari di compensazioni.
La Corte, che ha sede a Strasburgo, ha fatto sapere di non essere pronta a esprimersi sulla richiesta di risarcimento fatta da Yukos, la più grande mai ricevuta dalla Corte nei suoi 50 anni di storia. La compagnia Yukos è stata smantellata dal governo russo nel 2003 dopo l’arresto del suo dirigente, Mikhail Khodorkovsky. I sostenitori di quest’ultimo ritengono che si sia trattato del tentativo orchestrato di distruggere un uomo che era visto come una minaccia per il potere di Putin.
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