Tokyo (Giappone), 5 set. (LaPresse/AP) – Continua ad aggravarsi il bilancio delle vittime in Giappone per il passaggio del tifone Talas, poi declassato a tempesta tropicale. Secondo l’ultimo bilancio i morti sono 26 e almeno 52 i dispersi, oltre a migliaia di persone rimaste bloccate o isolate quando Talas ha letteralmente portato via ponti e strade. Si tratta del peggiore tifone degli ultimi sette anni nel Paese, che ancora cerca di riprendersi dopo il terremoto e il conseguente tsunami dell’11 marzo scorso e la successiva crisi nucleare. Nel 2004 le vittime erano state 98 tra morti e feriti e i maggiori danni erano stati riportati nella penisola di Kii, nel centro del Giappone e a sudovest di Tokyo.
In uno dei suoi primi giorni da primo ministro, Yoshihiko Noda ha promesso che il governo fornirà assistenza al più presto. “Faremo tutto il possibile – ha assicurato – per salvare le persone e cercare i dispersi”. Il predecessore Naoto Kan è stato costretto a dimettersi soprattutto a causa della rabbia dei giapponesi per la condotta tenuta in occasione dello tsunami, che ha causato 21mila vittime tra morti e dispersi e generato il peggiore disastro nucleare dai tempi di Chernobyl.
Intanto proseguono le ricerche dei sopravvissuti nelle zone più colpite, soprattutto nella prefettura di Wakayama, nel sud del Giappone, dove secondo un bilancio provvisorio i morti sono 17 e i dispersi 28. La televisione locale ha mostrato ponti ferroviari portati via, interi quartieri inondati da fiumi e poliziotti usare corde per tirare fuori i sopravvissuti dalle abitazioni sommerse dal fango. L’ordine di evacuazione rimane attivo per circa 100mila persone. “Ci sono talmente tante strade distrutte che è difficile fornire un bilancio delle vittime”, ha spiegato il funzionario governativo Seiji Yamamoto, aggiungendo che “centinaia di case sono inondate”.
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