New York (New York, Usa), 2 Set. (LaPresse) – Il loro nome in americano già fa intendere il loro ruolo in società: non sono i vigili, ma i combattenti del fuoco, i firefighter. L’aggettivo usato per definirli, negli Stati Uniti, è “the boldest”, i più coraggiosi. La gente li rispetta, i giovani sognano di farne parte e le donne li adorano, quasi fossero dei veri supereroi. Tuttavia, secondo un nuovo studio, chi tra loro partecipò alle operazioni di soccorso dopo gli attentati alle Torri gemelle ha un più elevato rischio di ammalarsi di tumore.
I vigili del fuoco newyorkesi hanno turni lavorativi di 24 ore. Ci mettono meno di un minuto a prepararsi e uscire in caso di allarme.
I loro camion sono esageratamente rumorosi, ma ciò fa parte dei suoni tipici della città che non dorme mai. Rispettati come eroi nazionali dopo le stragi di ground zero, il loro lavoro è stato votato negli Stati Uniti tra i più sexy al mondo. Cosa quasi inspiegabile per un italiano.
Una ricerca pubblicata sul giornale medico britannico The Lancet evidenzia un più elevato rischio di ammalarsi di tumore per i vigili del fuoco che prestarono soccorso dopo gli attentati dell’11 settembre 200. Secondo lo studio, effettuato su un campione di 10mila pompieri, la possibilità di sviluppare qualsiasi tipo di cancro è il 19% più alta per chi fu esposto alle polveri e ai fumi tossici generati dagli attacchi terroristici. Attacchi che provocarono la morte di oltre 340 vigili del fuoco. Forse un’ulteriore ragione dell’ammirazione e del rispetto americano per i propri ‘combattenti del fuoco’.
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