Pristina (Kosovo), 31 ago. (LaPresse/AP) – Le forze Nato dispiegate in Kosovo hanno avviato un’operazione nel nord del Paese, “un’indagine criminale” legata alla morte del poliziotto kosovaro Enver Zymberi, ucciso durante le violenze avvenute a luglio. Lo ha annunciato il portavoce dell’Alleanza Nicholas Hawton. L’agente Zymberi era stato ucciso durante gli scontri scoppiati in Kosovo per la decisione di Pristina di inviare agenti speciali in due postazioni lungo il confine con la Serbia. I manifestanti serbi avevano dato fuoco a uno dei posti di confine e organizzato blocchi stradali per impedire ai mezzi Nato di raggiungere le loro basi nel nord della regione. Le tensioni si erano poi allentate quando il comandante Nato in Kosovo, maggiore generale Erhard Buehler, era riuscito a mediare un accordo temporaneo tra Pristina e Belgrado, secondo cui i peacekeeper Nato sarebbero rimasti a presidio dei valichi fino all’incontro tra le parti previsto per settembre.
Sono 3mila i peacekeeper Nato dispiegati a supporto delle forze di polizia dell’Unione europea nella zona, controllata da una minoranza serba che rifiuta di cooperare con le autorità internazionali e che non riconosce l’indipendenza del Kosovo. Ieri il comandante Nato in Kosovo, maggiore generale Erhard Buehler, aveva avvisato della possibilità di un ritorno delle tensioni nella zona, per via dei previsti arresti nei confronti dei serbi coinvolti nelle violenze del mese scorso. Intervistato da Associated Press, Buehler aveva dichiarato che si aspetta dagli estremisti serbi “una forte reazione” agli arresti, precisando che “con forte reazione intendo manifestazioni, blocchi stradali che impediscono i movimenti delle truppe, retorica e così via”.
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