Dalla nostra corrispondente a New York, Valeria Rubino
New York (New York, Usa), 29 ago. (LaPresse) – Sono stati gli ultimi a lasciare le zone più a rischio ed i primi a tornarvi, spesso con grande frustrazione della polizia e dei lifeguard. Già da ieri, passata Irene, i surfisti affollano di nuovo le fredde acque oceaniche di Long Island e New York. Ormai il sole splende da 2 giorni ed i bambini giocano sulle dune di sabbia create con le ruspe per proteggere le aree vicine alla costa. Il moto ondoso è in diminuzione, ma gli amanti del surf si riversano anche oggi sulle spiagge per godersi gli ultimi strascichi di Irene.
Per loro, la tempesta sembra aver avuto almeno un effetto positivo. “Sono ancora senza corrente, ma almeno mi diverto con queste onde favolose. Oggi sono un po’ più basse, ma non mi lamento” riferisce a La Presse Igor Grant, avvocato-surfista residente a Long Island. Le autorità non sono contente, i divieti spesso non sono rispettati. “E’ frustrante, a volte. I surfisti non ci ascoltano, vivono in un mondo tutto loro e molti amano il pericolo. Il nostro compito è proteggerli, ma come?” dice a La Presse Ray E., assistente bagnanti a Long Beach, New York.
Intanto, gli organizzatori del Quicksilver Pro New York, il primo evento surfistico al mondo con in palio 1 milione di dollari, lavorano a pieno ritmo per rimettere a posto la spiaggia e preparare le strutture che ospiteranno dei migliori surfisti al mondo. L’evento è in programma a Long Beach dall’1 al 15 settembre e comprende anche gare di bmx, skateboard e moto. Almeno per questa volta, la East Coast batte la California nella gara per aggiudicarsi il titolo di capitale del surf statunitense.
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