Phoenix (Arizona, Usa), 19 ago. (LaPresse/AP) – Un gigantesco muro di sabbia ha invaso l’area della città di Phoenix, in Arizona, per la terza volta da inizio luglio. Il cielo è diventato marrone scuro, le condizioni di guida sono diventate pericolose e molti voli sono stati cancellati. La tempesta di sabbia, conosciuta in arabo e in Arizona con il termine di haboob, si è estesa per la Pinal County, si è diretta verso nordest e ha raggiunto Phoenix intorno alle 18 di ieri (l’1 della notte italiana). Secondo le autorità aeroportuali, alcuni voli in arrivo e in partenza del Phoenix Sky Harbor International Airport sono stati ritardati, ma le attività nello scalo sono riprese intorno alle 18.50 (l’1.50 italiana).
Da quanto riferiscono i metereologi del National Weather Service, una potente tempesta con venti a quasi 100 chilometri all’ora ha colpito la Pinal County e ha trascinato la sabbia fino alla città. Diversi pali della luce sono caduti e 3.500 persone sono rimaste senza elettricità, soprattutto a Queen Creek, nell’area sudest di Phoenix. Si tratta della terza tempesta di sabbia nell’area metropolitana della città statunitense dall’inizio di luglio. La prima si era verificata il 5 luglio, la seconda il 18 luglio. Secondo gli esperti un fenomeno come gli haboob avviene solo in Arizona, nel deserto del Sahara e in alcune parti del Medioriente, a causa delle condizioni asciutte e della grande presenza di sabbia.
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