Londra (Regno Unito), 13 ago. (LaPresse/AP) – Sono 745 le persone incriminate per violenze, disordini e saccheggi relativi ai fatti che hanno sconvolto Londra nell’ultima settimana. Lo rendono noto fonti della polizia, aggiungendo che i sospetti arrestati per ora nella capitale britannica sono 1.271. In tutto il Paese i fermati sono oltre 2.100. In tribunali di Londra, Birmingham e Manchester sono rimasti aperti 24 ore su 24 per affrontare l’emergenza arresti. I molti agenti ancora dispiegati per le strade non hanno registrato per ora nuovi tumulti. Intanto a Birmingham cinque ragazzi di età tra i 18 e i 26 anni sono in custodia con il sospetto di omicidio in seguito alla morte di tre uomini asiatici, investiti martedì da un’automobile in corsa durante gli scontri. Due dei giovani sono stati arrestati ieri sera, mentre la polizia ha ottenuto una proroga alla custodia degli altri tre, arrestati giovedì, per continuare a interrogarli.
Tra gli incriminati a Londra, c’è anche il 21enne Reece Donovan, accusato di aver derubato e ferito lo studente malese Mohammad Asyraf Haziq Rossli, durante gli scontri avvenuti nella capitale britannica nei giorni scorsi. Donovan è stato accusato di aver rubato a Rossli, sanguinante a terra, una Sony Playstation portatile e un cellulare Nokia. Ad aggredire il giovane erano stati una ventina di ragazzini che gli hanno rotto la mascella e lo hanno poi derubato. L’attacco era stato ripreso da un video in cui si vede che i giovani, per sottrarre allo studente i beni, fingono di aiutarlo.
Intanto interviene nel dibattito sulla polizia inglese William Bratton, ex capo della polizia di Los Angeles ed ex commissario della polizia di New York, che ha accettato di lavorare come consulente per il governo di David Cameron sulla sicurezza e l’ordine pubblico. “L’idea .- ha dichiarato – è di stare davanti alla violenza, piuttosto che reagire a essa e rendere la polizia più aderente alla composizione etnica”. Diventato un nome noto negli Stati Uniti per aver combattuto il crimine con metodi innovativi a capo dei dipartimenti di polizia di New York, Boston e Los Angeles, Bratton ha infatti confermato di essere stato contattato da Cameron.
“Possiamo certamente utilizzare alcune delle lezioni imparate qui (negli Usa, ndr) ed applicarle là (nel Regno Unito, ndr) – ha detto Bratton -. Cameron mi ha ringraziato per la mia volontà di lavorare per loro e io a mia volta ho ringraziato per l’opportunità. Questo è un primo ministro che ha una chiara idea di quello che vuol fare. Vede la crisi come un modo per portare cambiamento. La polizia ne può essere il catalizzatore, sono molto ottimista”. Una parte della potenziale soluzione di lungo termine per la Metropolitan police di Londra è di renderla più multietnica, ha spiegato Bratton: “Parte della questione è come rendere il servizio d’ordine meno distante da una popolazione che sta cambiando”, così come è successo a Los Angeles e New York, che hanno tratto beneficio da forze di polizia “che riflettono la composizione etnica della città”.
Downing Street ha fatto sapere ieri sera con una nota che Cameron ha ringraziato William Bratton per essersi reso disponibile per una serie di incontri nel Regno Unito durante l’autunno. “Bratton – si legge – porterà il suo contributo a titolo personale e senza essere pagato”. L’ex commissario della polizia di New York ha detto ad Associated Press di sperare però che la consulenza si trasformi in un contratto retribuito.
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