Londra (Regno Unito), 12 ago. (LaPresse/AP) – In Inghilterra si è chiusa una seconda notte senza scontri, ma si è aggravato il numero delle vittime, dopo che il 68enne Richard Mannington Bowes, in coma da lunedì si è spento. L’uomo era stato attaccato durante i disordini scoppiati nella zona ovest di Londra dopo aver provato a spegnere un incendio. In mattinata è stato arrestato un 22enne, sospettato di essere responsabile dell’aggressione.
Intanto la polizia ha aggiornato il numero delle persone arrestate a Londra. I fermati sono 1.051, gli incriminati 591. In tutto il Paese gli arresti hanno superato quota 1.700. Tra loro c’è anche Chelsea Ives, 18enne scelta come ambasciatrice volontaria per i prossimi Giochi olimpici, accusata di furto, disordini violenti e lancio di mattoni contro una macchina della polizia. Secondo i giornali la Ives è stata incriminata dopo che i suoi genitori l’hanno vista in televisione e l’hanno fatta consegnare alla polizia. Sarà detenuta fino alla sua apparizione davanti alla corte, prevista per mercoledì. Tra i 1.700 fermati ci sono anche un ragazzino di 11 anni, una ballerina adolescente e la studentessa universitaria 24enne Natasha Reid che ha ammesso di aver rubato un televisore da un negozio di dispositivi elettronici e si è consegnata perché, come spiega il suo avvocato, da allora non riusciva a dormire la notte.
Per far fronte all’emergenza arresti, le corti di Londra, Birmingham e Manchester sono rimaste aperte per la seconda notte consecutiva. Intanto la polizia si difende dalle accuse di aver agito in maniera troppo dolce durante i primi attacchi. Parlando alla Bbc, Hugh Orde, capo dell’Associazione degli ufficiali di polizia, ha spiegato che gli agenti hanno dovuto affrontare “una situazione senza precedenti, circostanze uniche”, aggiungendo però che sono state le stesse forze di sicurezza, piuttosto che le “interferenze politiche”, a mantenere la situazione sotto controllo. “Le tattiche più robuste della polizia che avete visto – ha continuato Orde – non sono state possibili in funzione di interferenze politiche, ma dei numeri necessari a consentire alla polizia di cambiare la propria tattica”.
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