Mumbai (India), 14 lug. (LaPresse/AP) – Il governo indiano ha corretto il bilancio delle vittime del triplice attentato di ieri a Mumbai, facendo scendere il numero a 17 morti e 131 feriti. Il ministro dell’Interno indiano, Palaniappan Chidambaram, ha infatti corretto i numeri durante una conferenza stampa, dopo un incontro di emergenza sulla sicurezza. Ha aggiunto che sul luogo di una esplosione è stata trovata una testa mozzata, che potrebbe essere di un diciottesimo morto. Non ha tuttavia spiegato il motivo per cui il bilancio sia cambiato rispetto a quello diffuso in precedenza dallo stesso governo, che aveva confermato 21 morti e 141 feriti. Ha inoltre detto che gli investigatori non hanno indicazioni immediate in relazione a quale gruppo terroristico sia responsabile e che sono state utilizzate bombe a base di nitrato d’ammonio, non controllate a distanza.

Dopo la strage del 2008, Mumbai torna così ad aver paura. Le tre esplosioni sono avvenute in sequenza. La prima nel Jhaveri Bazaar, famoso mercato di gioielli, alle 18.54 ora locale (15.24 ora italiana). Un minuto dopo un secondo scoppio si è verificato nella zona di Opera House, nel sud della città. Infine, alle 19.05 (15.35 in Italia), una terza bomba è esplosa nell’affollato quartiere centrale di Dadar. Gli ordigni improvvisati, secondo quanto riferito dall’alto ufficiale di polizia indiano Arup Patnaik sono stati piazzati in un ombrello nel Jhaveri Bazaar, in una macchina nella zona di Opera House e in un contatore elettrico a una fermata di bus a Dadar.

“In tutta la città – ha dichiarato ieri il ministro dell’Interno indiano Palaniappan Chidambaram – è stata dichiarata massima allerta. Chiedo ai residenti di Mumbai e alle persone in tutto il Paese di restare calme e mantenere la pace”. Ma nelle strade le scene erano infernali. Pochi minuti dopo le esplosioni, corpi coperti di sangue giacevano sulle strade mentre familiari di vittime si abbracciavano piangendo. Alcune persone trasportavano i feriti nei taxi per portarli in ospedale. Gli scoppi hanno infranto le vetrine di negozi e distrutto una fermata dell’autobus. Un testimone, Jhaveri Bazaar, racconta di aver visto andare in fiamme due motociclette e poi sei corpi giacere in mezzo alla strada. “La gente gridava: aiutatemi, aiutatemi”, ha riferito l’uomo alla rete Headlines Today. Un altro testimone ha mostrato all’emittente Ndtv alcuni video, girati con il cellulare, di corpi sparsi per strada.

Il primo ministro Manmohan Singh ha condannato l’attacco e ha fatto appello agli abitanti della città di “mantenere la calma e mostrarsi uniti”. Le autorità indiane si rifiutano di avanzare ipotesi su chi possa essere dietro le esplosioni. In passato militanti pakistani sono stati incolpati per attacchi terroristici in India. Un funzionario statunitense, che ha chiesto di rimanere anonimo, ha detto che finora non ci sono state rivendicazioni e che non è chiaro quale gruppo terroristico possa essere responsabile. “L’India non si lascerà intimidire”, ha dichiarato intanto il ministro delle Energie rinnovabili Farooq Abdullah, aggiungendo che “gli autori di questo atto di terrore dovrebbero ricordarsi che li troveremo e, se Dio vuole, li consegneremo alla giustizia in cui crede l’India”.

Condanne sono arrivate da tutto il mondo. Primo fra tutti da Barack Obama: “Il popolo americano – ha dichiarato ieri – starà con il popolo indiano al momento del processo e offrirà sostegno agli sforzi dell’India per portare davanti alla giustizia i responsabili di questi terribili crimini. Non ho dubbi che l’India supererà questi deplorevoli attacchi terroristici”. Intanto, il segretario di Stato Hillary Clinton ha annunciato che il suo viaggio previsto per martedì a Nuova Delhi e Chennai è confermato. Ora più che mai, ha detto la Clinton, “è importante mostrare solidarietà all’India nella lotta al terrorismo”.

Nel novembre 2008 Mumbai fu sconvolta da una serie di attacchi congiunti condotti da 10 militanti in due alberghi di lusso, un centro ebraico e una stazione ferroviaria, in cui rimasero uccise 166 persone. Ma la paura del terrorismo non è mai scomparsa. La città, capitale finanziaria del Paese, ha più volte subito minacce. A dicembre 2008 le autorità hanno rafforzato la presenza della polizia dopo aver ricevuto informazioni dai servizi segreti, secondo cui un gruppo militante pakistano stava preparando un attentato durante i festeggiamenti del Capodanno. Agenti hanno effettuato controlli nelle case in alcuni quartieri in cerca di quattro uomini che sarebbero arrivati in città per portare a termine un attacco terroristico. A marzo del 2010 la polizia ha annunciato di aver prevenuto un grande attentato dopo aver arrestato due cittadini indiani che si stavano preparando per colpire alcuni obiettivi nella città. A settembre scorso, infine, la polizia aveva emesso un allarme terrorismo durante una popolare festività indù.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata