Londra (Regno Unito), 12 lug. (LaPresse/AP) – L’ex primo ministro britannico Gordon Brown ha accusato le riviste di Rupert Murdoch di aver utilizzato criminali per ottenere informazioni riservate sulla sua famiglia e su altre persone, a proposito dello scandalo sulle intercettazioni che ha coinvolto itabloid britannici. “I collaboratori con cui lavorano – ha spiegato – sono noti criminali con precedenti penali”. Brown ha raccontato nello specifico che nei primi periodi del suo mandato, il Sunday Times, parte di News International di Murdoch, aveva ottenuto informazioni confidenziali sul suo conto bancario, su archivi legali e altri materiali.

Le accuse rivolte da Brown alle riviste di Murdoch sono “un altro esempio di detestabile invasione della privacy e di furto di dati personali”, ha detto il premier britannico David Cameron, dopo che le accuse di Brown a News International. In un’intervista alla Bbc, Brown ha raccontato che lui e sua moglie erano scoppiati in lacrime dopo aver saputo da Rebekah Brooks, all’epoca direttrice di The Sun e ora a capo di News International, che il giornale sapeva della malattia del loro figlio Fraser. “I tabloid ovranno fornire spiegazioni – ha affermato l’ex primo ministro – perché non posso immaginare un modo in cui le condizioni di salute di un bambino possano essere rese note in una maniera legittima, se a farlo non è il medico o la famiglia”. News International ha risposto a Brown con un breve comunicato, chiedendo che “tutte le informazioni riguardanti queste accuse siano fornite alla società per permettere un’indagine approfondita”. Un dipendente di News International, che ha parlato con la condizione dell’anonimato, ha detto che le informazioni sul figlio dell’ex premier sono state ottenute in maniera legale.

La polizia britannica sostiene inoltre che il tabloid News of the World non avesse collaborato pienamente durante la prima indagine sulle intercettaziono. L’ufficiale di polizia John Yates, che due anni fa aveva deciso di non riaprire le indagini sullo scandalo, ha infatti detto che la rivista non ha fornito alla polizia tutte le informazioni in suo possesso. Yates ha aggiunto di rimpiangere la decisione presa nel 2009 di non andare avanti con l’inchiesta.

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