Gerusalemme, 10 lug. (LaPresse/AP) – Israele spera di espellere entro 72 ore i 118 attivisti stranieri incarcerati nel fine settimana dopo aver negato loro l’ingresso nel Paese. I tempi dipenderanno dalla disponibilità delle diverse compagnie aeree, spiega Sabine Haddad, che lavora per il ministero dell’Interno: “Vogliamo farli volare tutti il più rapidamente possibile, non trattenerli”. Centinaia di attivisti avevano programmato di volare in Israele nel fine settimana per manifestare solidarietà con il popolo palestinese e la sua richiesta di uno Stato sovrano e indipendente, oltre che protestare contro le restrizioni ai viaggi che Israele impone per e dai territori palestinesi.

Le autorità di Tel Aviv avevano compilato una lista con 340 nomi di potenziali fomentatori di disordini che le compagnie aeree avrebbero dovuto fermare alla partenza nei rispettivi Paesi. Di questi, dice Haddad, solo 20 sono arrivati nello Stato ebraico ma sono stati detenuti altri 130, tra i 400 arrivati e interrogati. Otto di loro sono stati rimandati a casa, quattro poi ammessi in Israele dopo aver promesso di non partecipare ad attività violente. Alcune persone riuscite a entrare nei territori palestinesi, hanno tagliato con le forbici una sezione della barriera di separazione con Israele.

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