Laurel (Montana, Usa), 4 lug. (LaPresse/AP) – Quella appena terminata è stata una domenica di duro lavoro per cercare di ripulire il fiume Yellowstone, in Montana, dove sabato si sono riversate decine di migliaia di galloni di petrolio, in seguito a una rottura nell’oleodotto della compagnia Exxon Mobil, avvenuta vicino alla città di Laurel. La perdita ha già sporcato diversi chilometri di rive. Secondo Sonya Pennock, portavoce dell’Agenzia per la protezione ambientale, il petrolio è stato individuato a 64 chilometri dalla perdita, ma ci sono altri report secondo cui il greggio sarebbe già arrivato a oltre 160 chilometri, vicino alla città di Hysham.
La Exxon ha mobilitato operatori per raccogliere il greggio in tre diversi siti lungo il corso d’acqua, anche se non è ancora chiaro di quale entità sarà il danno per il fiume, celebre per la pesca e vitale per i contadini che dipendono dalle sue acque per l’attività. E dopo che il presidente della Exxon Mobil Pipeline, Gary Pruessing, ha dichiarato che le ricognizioni hanno mostrato danni limitati a 16 chilometri lungo il fiume, il governatore dello stato del Montana, Brian Schweitzer, ha liquidato il report come prematuro.
Il democratico Schweitzer ritiene che la Exxon Mobil debba dispiegare più personale per ispezionare la situazione da vicino, e smentisce la convinzione di Pruessing, secondo cui non si sarebbero registrati danni alla natura. “Il fiume Yellowstone – ha dichiarato il governatore – è importante per noi. Dobbiamo effettuare ispezioni fisiche nel fiume con piccole barche, al più presto”. Secondo la Exxon sarebbero mille i barili di petrolio (quasi 160mila litri) fuoriusciti sabato dall’oleodotto, prima che venisse chiuso. Secondo l’Agenzia per la protezione ambientale sono una piccola frazione del greggio disperso potrà essere recuperato.
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