Santiago (Cile), 3 lug. (LaPresse/AP) – Quattordici dei 33 minatori cileni salvati l’anno scorso dopo più di due mesi intrappolati sottoterra, hanno dichiarato di non poter più lavorare e chiedono il pensionamento anticipato. Luis Urzúa, comandante del turno al momento del crollo della miniera lo scorso 5 agosto, ha detto al quotidiano El Mercurio che lui e altri 13 colleghi soffrono di disturbi fisici o psicologici, che hanno reso impossibile ricominciare a lavorare. Il consigliere del ministero degli Interni Cristian Barra ha risposto che il presidente Sebastian Pinera deciderà entro un mese se concedere 200mila pesos (circa 300 euro) per le pensioni mensili ai 14 minatori che ne hanno fatto richiesta.
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