Il Cairo (Egitto), 29 giu. (LaPresse/AP) – Continua a salire il numero di feriti negli scontri al Cairo tra polizia e dimostranti, con decine di persone finite in ospedale sia ieri sia durante la notte. Il ministero della Sanità egiziano ha fatto sapere che oltre mille persone sono rimaste ferite, di cui 120 ricoverate. Le proteste di oggi sono iniziate in piazza Tahrir, epicentro delle rivolte contro l’ex presidente Hosni Mubarak, ma si sono allargate alle strade che conducono al ministero dell’Interno quando alla polizia in assetto antisommossa è stato ordinato di svuotare la piazza. Ora la sede del ministero è protetta da truppe dell’esercito e tutte le strade d’accesso sono state chiuse. Gli slogan non sono molto diversi da quelli che hanno caratterizzato le rivolte di gennaio e febbraio. Allora recitavano “La gente vuole la caduta del regime”, oggi “La gente vuole la caduta del feldmaresciallo”. Il riferimento è a Mohammed Hussein Tantawi, ministro della Difesa di Hosni Mubarak e ora capo del Consiglio supremo delle forze armate. I dimostranti sostengono che ostacoli le riforme e rallenti volontariamente il processo di epurazione dei fedeli di Mubarak. Lo accusano anche di non riformare il ministero dell’Interno e le sue agenzia di sicurezza.
Poliziotti in assetto antisommossa sono stati schierati intorno al ministero dell’Interno e usano gas lacrimogeni nel tentativo di controllare le proteste. I manifestanti lanciano pietre e bombe incendiarie. Molti sarebbero parenti degli 850 manifestanti uccisi durante le proteste contro il regime di Hosni Mubarak, che accusano la giunta al potere di non fare abbastanza per punire i responsabili delle morti.
L’esercito, che governa il Paese dopo la caduta di Mubarak, ha pubblicato una dichiarazione su Facebook in cui sostiene che le proteste sono state organizzate “per destabilizzare il Paese” e allontanare i gruppi responsabili delle rivolte e le forze di sicurezza. Ha anche chiesto alla gente di non unirsi alle manifestazioni. Un gruppo chiave formato da giovani, chiamato ‘6 aprile’, ha descritto il modo in cui la polizia ha reagito “brutale” e in una dichiarazione ha indetto un sit-in nel centro del Cairo per protestare contro quello che definisce il fallimento nella risposta alle richieste della rivoluzione e nel mostrare solidarietà ai familiari delle vittime.
Dopo i duri scontri di ieri, i disordini si sono interrotti questa mattina prima dell’alba, quando il ministro dell’Interno Mansour el-Essawy ha ordinato il ritiro alle forze di sicurezza. Ieri i dimostranti avevano organizzato un sit in davanti al palazzo della tv pubblica. Gli agenti avevano tentato di disperderli, causando scontri: “Ero di fronte all’edificio quando gli agenti ci hanno attaccato. Da allora, la tensione si è alzata sempre di più”, ha detto Nourredine, ingegnere. I disordini si sono poi spostati fino a piazza Tahrir, epicentro delle proteste contro Mubarak. Qui i dimostranti hanno iniziato a lanciare pietre e molotov contro i palazzi del governo e gli agenti sono intervenuti anche con gas lacrimogeni.
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