Rio de Janeiro (Brasile), 22 giu. (LaPresse/AP) – Il governo brasiliano ha confermato l’esistenza di una tribù non ancora contattata nell’area sudoccidentale della foresta amazzonica. Lo riferisce l’agenzia governativa Fundaçao nacional do indio (Funai), spiegando che tre ampie radure nella zona erano già state identificate tramite satellite, ma l’effettiva presenza della popolazione è stata verificata grazie a spedizioni aeree che hanno raccolto diversi dati. Funai utilizza velivoli per non sconvolgere le tribù. Il governo brasiliano non contatta le popolazioni indigene e si adopera per evitare l’invasione del territorio in modo da preservare la loro autonomia. Secondo Funai, al momento ci sono 68 tribù diverse in amazzonia e l’ultima scoperta, composta più o meno da 200 individui, abita in quattro grandi capanne di paglia e sopravvive grazie alla coltivazione di piantagioni di grano, banane, arachidi e altro. L’agenzia governativa ha spiegato che la popolazione dovrebbe appartenere alla famiglia linguistica pano, che si estende dall’amazzonia brasiliana a quella peruviana fino ad arrivare alla giungla boliviana.

Il coordinatore di Funai per l’area della Vale do Javari, Fabricio Amorim, ha spiegato che la cultura e la stessa sopravvivenza di queste tribù è minacciata da pesca illegale, caccia, deforestazione ed estrazione mineraria. Amorim ha aggiunto che altri problemi derivano dal traffico di droga ai confini e dalla esplorazione di petrolio nell’amazzonia peruviana. Nonostante tutte queste minacce, però, la maggior parte dei gruppi indigeni brasiliani mantiene lingua e tradizioni. Molte tribù hanno combattuto a lungo per il controllo della terra dove sono nati e cresciuti. Un punto di svolta nella loro battaglia è arrivato nel 1988, quando la Costituzione brasiliana ha dichiarato che tutte le aree indigene dovevano essere demarcate e restituite alle tribù. Hanno così ottenuto il diritto legale di reclamare i loro territori. Ad oggi, l’11% del Brasile e quasi il 22% dell’amazzonia appartiere agli indigeni.

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