Da questa nuova guerra impennata dei prezzi dell'energia, rimane l'estrema incertezza dello scenario

Con la guerra tra Israele e Iranpeggiorano le attese per l’economia italiana“. E’ il messaggio che arriva dalla congiuntura flash di giugno messa a punto dal Centro studi di Confindustria che guarda soprattutto all’impennata dei prezzi dell’energia e all’estrema incertezza dello scenario.

Gli investimenti hanno sorpreso in positivo nel primo trimestre (+1,6%), con tutte le componenti in aumento ma per il secondo gli indicatori sono deboli: a maggio, infatti, aumenta poco la fiducia delle imprese, su valori bassi; l’incertezza è elevata; gli ordini di beni strumentali sono negativi; le attese di nuovi ordini calano per il secondo mese. Consumi: fiducia ancora in calo. Ad aprile l’occupazione è rimasta stabile ma a maggio la fiducia è scesa per il terzo mese consecutivo e lascia presagire la frenata della propensione al consumo. Difatti, le vendite al dettaglio crescono poco (+0,5% in aprile, +0,2% acquisito nel 2° trimestre) e le immatricolazioni di auto sono, di nuovo, in lieve flessione (-0,1% annuo a maggio).

Resta in piedi una conseguenza positiva dei dazi, e cioè quella sui tassi di interesse: l’apprezzamento dell’euro, infatti, moderando il prezzo degli input e dei prodotti finiti importati e pagati in dollari, frena l’inflazione in Europa e consente alla Bce di accelerare la discesa dei tassi. Al contrario, la svalutazione del dollaro si somma ai dazi americani, facendo arrivare a oltre il 20% la barriera totale all’export che riguarda gli Stati Uniti, ma anche le altre economie la cui moneta è agganciata al dollaro.

L’estrema incertezza dello scenario è comunque sottolineata anche dalla Bce, e per esempio dalla preoccupazione per i dazi nel bollettino mensile diffuso da Bankitalia. Se le stime per quest’anno vengono confermate, “le tensioni commerciali e il rafforzamento del cambio hanno invece determinato una revisione al ribasso della crescita per il 2026, mentre il tasso indicato per il 2027 resta invariato“. L’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo del 2% nel 2025, all’1,6 nel 2026 e al 2 nel 2027.

Per quanto riguarda la crescita del Pil in termini reali, secondo gli esperti si collocherebbe in media allo 0,9% nel 2025, all’1,1 nel 2026 e all’1,3 nel 2027. Secondo le proiezioni, “seppure l’incertezza relativa alle politiche commerciali graverebbe sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine, l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo“. Sul fronte lavoro sono Italia e Spagna a trainare l’occupazione: la crescita è aumentata nel primo trimestre del 2025, attestandosi allo 0,3%.

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