È terminato dopo oltre tre ore l’incontro tra i sindacati e il governo per il futuro dell’ex Ilva. All’uscita, CGIL, UIL e CISL hanno annunciato la sospensione del tavolo fino all’inizio della prossima settimana: “Gli scioperi che ci sono stati stamattina, in tutti gli impianti, sono stati un segnale molto chiaro dei lavoratori per l’incontro di oggi con palazzo Chigi“, rivendica il segretario della Fiom-Cgil, Michele De Palma, che spiega come ci sia stata una sospensione di fatto: “È riconvocato per la prossima settimana un nuovo incontro, perché alle questioni che abbiamo posto sulla continuità industriale, occupazionale e degli obiettivi che riguardano il futuro dell’azienda e il presente dei lavoratori, a oggi il governo non ci ha dato le risposte necessarie”.
Gli fa eco il segretario della Uilm, Rocco Palombella: “L’incontro non è andato bene, era necessario continuare ma non c’erano le condizioni. Il tavolo è stato sospeso”, rimarca il sindacalista, che rivendica di aver “posto delle garanzie per i lavoratori, per la prospettiva e di ripristinare una condizione normale all’interno dei vari stabilimenti”. Nessuna di queste materie ha ricevuto sinora “risposte adeguate”.
Si aggiunge quindi il segretario di Fim-Cisl, Ferdinando Uliano: “È stato sospeso l’incontro anche perché le cose che abbiamo posto noi sono una precondizione per avere l’ossigeno per continuare nell’attività produttiva, perché il negoziato con Baku non è in fase di approfondimento perché mancano le condizioni” su tutta una serie di fattori: “Il tema non è arrivare a Baku, il tema è che non ci arriviamo se non c’è l’elemento finanziario che vada oltre giugno e ci traghetti almeno fino a dicembre”.
