Tra gli altri ingressi anche gli shorts da donna, il cono gelato e le spazzole tergicristalli
Nel paniere del 2025 che l’Istat usa come riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, per il calcolo dell’indice NIC (per l’intera collettività nazionale) e FOI (per le famiglie di operai e impiegati) – figurano 1.923 prodotti elementari (erano 1.915 nel 2024), raggruppati in 1.046 prodotti e, successivamente, in 424 aggregati. Il paniere utilizzato per il calcolo dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) comprende 1.944 prodotti elementari (erano 1.936 nel 2024), raggruppati in 1.065 prodotti e 428 aggregati. Lo riferisce l’Istat in una nota, spiegando che “l’aggiornamento dei beni e servizi inclusi nel paniere tiene conto sia delle novità nelle abitudini di spesa delle famiglie sia dell’evoluzione di norme e classificazioni e cerca anche di ampliare la gamma dei prodotti che rientrano tra i consumi ormai consolidati”.
I prodotti che entrano nel paniere 2025: speck, topper per materasso e cono gelato
I prodotti che entrano nel paniere 2025 e che ne migliorano la rappresentatività sono: lo Speck (da banco), il Pantalone corto donna, la Lampada da soffitto, il Topper per materasso, la Camera d’aria per bicicletta, le Spazzole tergicristalli e il Cono gelato. Invece escono dal paniere il test sierologico anticorpi COVID-19 e il tampone molecolare COVID-19. “L’uscita è dovuta al calo delle spese sostenute dalle famiglie per tali prodotti e alla ridotta rappresentatività rispetto ad altri. Dal 2025, inoltre, esce dal paniere il segmento di consumo relativo ai prezzi dell’Energia elettrica per le famiglie in transizione (dal mercato tutelato a quello libero), che era stato introdotto nel 2024 per tener conto dell’evoluzione della spesa dei clienti non vulnerabili”, spiega l’Istat.
Come ogni anno, l’#Istat rivede l’elenco delle voci incluse nel paniere dell’indice dei prezzi al consumo.
Nel 2025 entrano speck da banco e pantalone corto donna. Escono test sierologico e tampone molecolare Covid-19👉 https://t.co/4qRUhJlZ81 pic.twitter.com/r9ZLt5Es2Q
— Istat (@istat_it) February 3, 2025
33 milioni le quotazioni di prezzo
Sono circa 33 milioni le quotazioni di prezzo – di fonte scanner data e provenienti mensilmente dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO) – utilizzate nel 2025 per stimare l’inflazione; ulteriori 388mila sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (UCS); circa 237mila sono raccolte dall’Istat (direttamente o tramite fornitori di dati) e circa 214mila sono rappresentate dalle quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Con riferimento ai canoni di affitto di abitazioni di proprietà privata, le osservazioni acquisite per la stima dell’inflazione sono circa un milione e mezzo. Nel 2025, sono 80 i comuni (in cui risiede l’84,0% della popolazione residente in Italia) che contribuiscono al calcolo degli indici per l’intero paniere dei prodotti a rilevazione tradizionale (nel 2024 erano 79); altri 10 comuni (in cui risiede un ulteriore 5,1% della popolazione) effettuano la rilevazione solo per alcune tariffe e servizi locali. Nei comuni coinvolti, le unità di rilevazione presso cui sono raccolti i prezzi (punti vendita, imprese e istituzioni) sono più di 45mila; sono invece oltre 2.900 le abitazioni considerate unità di rilevazione per i canoni d’affitto di abitazione di Ente pubblico. Per il 49,4% dei prodotti del paniere NIC (in termini di peso), la raccolta dei dati è effettuata con tecniche tradizionali, mentre per il 25,8% viene effettuata direttamente dall’Istat, mediante tecniche di web scraping o attraverso l’acquisizione da grandi fornitori di dati. Gli scanner data (acquisiti dai diversi canali della GDO) sono riferiti a un campione di circa 4.250 punti vendita, appartenenti a 19 grandi gruppi della distribuzione al dettaglio, rappresentativi dell’intero territorio nazionale. Sono riferiti ai prodotti alimentari confezionati e a quelli per la cura della casa e della persona. In totale, gli scanner data rappresentano il 13,4% del paniere dell’indice NIC. Con riferimento all’indice NIC, nel 2025 (rispetto al 2024) aumenta il peso di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili (+0,6 punti percentuali), Trasporti (+0,6 p.p.) e Servizi ricettivi e di ristorazione (+0,2 p.p.); si riduce quello di Ricreazione, spettacoli e cultura (-0,7 p.p.), Comunicazione (-0,2 p.p.) e Altri beni e servizi (-0,2 p.p.).
Codacons: “Ingresso nuovi prodotti non migliora rilevazioni”
“L’aggiornamento del paniere Istat per il calcolo dell’inflazione non convince il Codacons, che segnala in particolare come dal calcolo dell’andamento dei prezzi al dettaglio diminuisca per il terzo anno consecutivo il peso della voce ‘alimentari’, spesa primaria che incide in modo rilevante sui redditi delle famiglie”. Così il Codacons in una nota. “Nel 2025 il paniere si arricchisce di voci che non sembrano apportare un reale contributo al miglioramento delle rilevazioni dei prezzi al dettaglio – spiega l’associazione –. Entrano ad esempio il pantalone corto da donna, lo speck, e il topper per il materasso, quest’ultimo sull’onda lunga di programmi televisivi che hanno pubblicizzato i benefici di tale prodotto trasformandolo in una moda del momento, mentre escono i test per il Covid-19, il cui consumo è certamente crollato con la fine dell’emergenza sanitaria, ma non è sparito del tutto”. “Se da un lato è corretta la scelta dell’Istat di aumentare il peso dei beni energetici, che dopo la fine del mercato tutelato di luce e gas hanno visto un incremento dei prezzi specie sul mercato libero, dall’altro appare del tutto inspiegabile la riduzione operata per i prodotti alimentari e le bevande analcoliche, il cui peso nel paniere si riduce per il terzo anno consecutivo – denuncia il Codacons –. Si tratta di beni primari i cui prezzi al dettaglio risultano in costante crescita nell’ultimo triennio, e che incidono in modo rilevante sui redditi delle famiglie e sulle spese dei cittadini”.
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