E' il risultato della riduzione dell'imposta da 90 a 70 euro, la Lombardia è quella che paga di più

Quasi 211 milioni di euro in meno dal canone Rai in bolletta nel giro di un anno tra il 2023 e il 2024. Questo il risultato della riduzione dell’imposta da 90 a 70 euro decisa con l’ultima manovra che la Lega vorrebbe venisse confermata anche quest’anno. E’ quanto emerge dalla semestrale di bilancio Rai a giugno 2024, approvata all’esito dell’ultima riunione di Cda di viale Mazzini, che LaPresse ha analizzato.

Alla voce ricavi del bilancio consolidato le entrate generate dai ‘canoni’ nel giugno 2024 risultano pari a 926,2 milioni di euro rispetto ai 928,2 milioni del giugno 2023, con un saldo negativo di 2 milioni di euro. Una voce “sostanzialmente invariata” secondo l’azienda del servizio pubblico, grazie al contributo integrativo (previsto dalla stessa manovra del 2023) da 413,5 milioni di euro netti “a finanziamento del miglioramento della qualità del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale”, dal quale Rai – nel primo semestre del 2024 – ha ricevuto 206,7 milioni.

Senza il contributo integrativo, il ‘buco’ delle entrate relative al canone sarebbe stato ben più rilevante, pari a 210,9 milioni. L’interrogativo a questo punto è capire se anche nella Manovra del 2024 a viale Mazzini sarà garantito lo stesso contributo o se i nuovi vertici Rai dovranno affrontare un’ulteriore stretta nei conti che potrebbe comportare nuovi tagli.

Entrando nel dettaglio: i ‘Canoni dell’esercizio – utenze private’ nel primo semestre 2024 hanno portato 635,1 milioni nelle casse di viale Mazzini, contro gli 846 milioni dello stesso periodo del 2023.
Il taglio dell’imposta da 90 a 70 euro, si legge infatti nella semestrale, ha “riguardato i canoni dell’esercizio – utenze private (cosiddetti canoni ordinari), che presentano una riduzione di 210,9 milioni di euro (-24,9%), non integralmente compensata dalla quota parte riferita al primo semestre 2024” del contributo integrativo previsto dalla manovra e pari appunto a 206,7 milioni.

Sulla semestrale a giugno 2024 hanno inciso positivamente, tra gli altri, i canoni ordinari da riscossione coattiva (passati da 1 a 1,7 milioni di euro nel giro di un anno) e quelli speciali sempre riscossi coattivamente (da 1 a 1,2 milioni). Il canone ha inciso per il 63,5% sui ricavi del gruppo Rai, stando la bilancio consolidato, seguito dalla pubblicità (28,8%) e dagli altri ricavi (7,7%). Andando ancor più a ritroso nel tempo: nel giugno del 2022 i canoni avevano complessivamente portato 934,9 milioni di euro, la pubblicità 321,5 milioni, gli altri ricavi 102,8 milioni.

Chi paga di più

Ma quali territori contribuiscono di più in termini di canone? Un’elaborazione effettuata da LaPresse, rivela che nel 2023 l’imposta tv ordinaria ha portato alla Rai circa 1,7 miliardi di euro. La Lombardia è stata la regione con l’incidenza maggiore (17,82% sul totale), che vale oltre il doppio di quella delle regioni che la seguono: Lazio (9,58%), Veneto (8,39%), Emilia-Romagna (7,96%) e Piemonte (7,87%). Al Sud quella che ha contribuito di più è stata la Campania (7,79%); fanalino di coda la Valle d’Aosta (0,24%).

 

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