Il membro del comitato esecutivo di Francoforte in un'intervista a Le Monde: "Investimenti deboli indeboliscono potenziale crescita"

Pietro Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, si mostra fiducioso sulla possibilità di Francoforte di confermare la politica meno restrittiva sui tassi di interesse che ha portato allo stop dei rialzi, a un taglio nel mese di giugno e ad altri previsti per i prossimi mesi. “I dati finora confermano la nostra direzione di marcia e spero che ci consentano di continuare a essere meno restrittivi“, ha detto Cipollone in un’intervista a Le Monde. Niente di già stabilito, però, su quello che sarà l’eventuale percorso di taglio dei tassi. “Non ci stiamo impegnando in anticipo su alcun percorso. Prenderemo le nostre decisioni riunione per riunione“, ha ribadito Cipollone, specificando: “Le nostre proiezioni per l’inflazione suggeriscono che torneremo al nostro obiettivo del 2% nella seconda metà del 2025. Fino ad allora, i dati sull’inflazione oscilleranno, ma siamo sostanzialmente sulla buona strada. Queste proiezioni si basano sulle aspettative di mercato sui tagli dei tassi”. E, se il capo economista della Bce, Philip Lane, ha avvertito che il rischio di fare troppo è ormai reale quanto quello di fare troppo poco, Cipollone conferma: “Sì, c’è un rischio reale che la nostra posizione possa diventare troppo restrittiva“, “dobbiamo garantire che l’inflazione converga verso il nostro obiettivo senza frenare inutilmente l’economia, perché abbiamo un disperato bisogno di investimenti e crescita in Europa. Ogni ritardo in quest’area ci mette in una situazione di grave svantaggio”. 

“Investimenti deboli indeboliscono potenziale crescita”

Non tutti i dati economici dell’ultimo periodo sono però stati incoraggianti, e Cipollone si è detto preoccupato soprattutto per le rilevazioni sulla fiducia dei consumatori e gli indicatori dell’attività dell’industria. “A giugno, le nostre proiezioni per la crescita del PIL dell’area euro nel 2024 erano dello 0,9%. I dati per il secondo trimestre sono coerenti con queste proiezioni, ma i dati più recenti – come la fiducia dei consumatori e gli indicatori di attività, in particolare per il settore manifatturiero – non sono stati così incoraggianti. Ciò rappresenta un rischio per le prospettive di crescita dell’area euro. Gli investimenti rimangono deboli, il che suggerisce che le aziende non credono in una forte ripresa. Ciò indebolisce anche il nostro potenziale di crescita futura, riducendo la capacità della nostra economia di sviluppare e adottare nuove tecnologie per aumentare la produttività”, ha detto l’esponente di Francoforte.

“Sovranità a rischio per Paesi con debito eccessivo”

Infine, Cipollone ha messo in guardia, ora che la situazione economica va verso un ritorno alla normalità dopo lo shock pandemico, dal debito pubblico eccessivo. “Le nuove regole fiscali dell’Ue sono compatibili con il mantenimento degli investimenti pubblici. Includono incentivi per implementare riforme e investire, consentendo di estendere il periodo di aggiustamento di bilancio da quattro a sette anni. Ma dobbiamo essere consapevoli della dimensione del debito. Io provengo da un paese (l’Italia) che spende tanto per il servizio del debito quanto per l’istruzione. Più grande è il debito, più volatile è il mercato e più difficile è attuare un aggiustamento. Quando hai un debito eccessivo, la tua sovranità è a rischio“, ha detto il banchiere centrale. 

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