LaPresse intervista l'avvocato Luca Picotti, autore del libro 'La legge del più forte. Il diritto come strumento di competizione tra Stati'

Il crollo in Borsa del titolo Pirelli (chiusura giovedì al -4,52%) dopo l’uscita dall’azionariato dei cinesi di Silk Road con la cessione della loro quota del 9%, “era prevedibile ed è uno degli svantaggi immediati legati alla golden power. L’utilizzo dei poteri speciali nella fase di transizione porta immediatamente degli svantaggi. I vantaggi, invece, sono difficilmente percepibili subito, in quanto sono a livello di ‘sistema Paese’ e di lungo periodo“. Lo dice a LaPresse Luca Picotti, avvocato, esperto di diritto commerciale e internazionale e autore del libro ‘La legge del più forte. Il diritto come strumento di competizione tra Stati’. “Si registra un paradosso. Subito si avvertono inizialmente, nel momento di transizione, degli svantaggi economici, ad esempio quando un’operazione non va a buon fine, mentre i vantaggi non si vedono nell’immediato, perché hanno a che fare con la postura di un Paese e il controllo di asset strategici, con logiche di medio e lungo periodo”, spiega.

L’arrivo di ChemChina/Sinochem nel 2015

“A partire dal patto parasociale del 2015 in Pirelli col takeover cinese – ricorda Picotti – la realtà che in Pirelli da quel momento presenta una gestione fra cinesi e socio italiano ha visto poi intervenire il governo nel 2023 col golden power“, lo strumento giuridico a controllo degli investimenti esteri. “L’ingerenza governativa ha ristrutturato così i rapporti di forza“, aggiunge l’esperto. Nel 2015 il gruppo di investitori cinesi riconducibili a ChemChina/Sinochem entrò nel capitale di Pirelli acquisendo una quota di maggioranza relativa. L’operazione venne ritenuta allora comunque come un auspicabile apporto di capitale necessario e di risorse aggiuntive. In Pirelli oggi resta Sinochem col 37%.

Cosa è cambiato in otto anni

L’analisi di Picotti è che tra il 2015 e il 2023 si inseriscono vari fattori: “la corsa agli armamenti giuridici, la sempre più accesa competizione con la Cina, la centralità strategica delle tecnologie”, fa notare. Ci sono alcune tendenze che si registrano nelle società cinesi che fanno capo al Partito Comunista, spiega Picotti: “Pechino con l’ascesa al potere di Xi Jinping ha assunto maggiore assertività nel dare direttive a queste società, fra cui ChemChina/Sinochem. Questo ha portato il Pentagono ad attenzionare queste realtà e, di riflesso, anche gli europei a farlo”. Per Picotti “da giugno scorso si è scelto per Pirelli una strada di riallineamento della società su canoni più atlantici“. Secondo l’esperto, sul fronte delle normative protettive vi è stata “una vera e propria corsa agli armamenti giuridici: tutti i paesi hanno rafforzato le proprie normative (dall’Italia con il golden power agli Stati Uniti con il Cfius) e chi non aveva mai adottato tali strumenti li ha introdotti ex novo”.

La golden power e il nuovo patto parasociale

Picotti richiama l’attenzione, nel caso Pirelli, sull’”ingerenza governativa tramite le condizioni. Il governo ha, sostanzialmente, riscritto il patto parasociale“. Nel nuovo accordo, aggiornato dai soci il 21 giugno 2023 secondo le prescrizioni indicate nel dpcm del 16 giugno 2023, si legge che ‘il DPCM Golden Power ha considerato che le sue prescrizioni hanno lo scopo di approntare una rete di misure complessivamente operanti a tutela dell’autonomia di Pirelli e del suo management, nonché a protezione delle tecnologie e delle informazioni di rilevanza strategica possedute dalla società’. In concreto – sintetizza l’esperto di diritto commerciale – è escluso il socio cinese, di maggioranza relativa, dalla gestione di Pirelli. Il caso Pirelli per Picotti, “al netto di dietrologie politiche” ci dice come sia cambiato il mondo in otto anni e quanto normative come il golden power “siano intrise di fattori politici, su come le tecnologie detenute saranno sempre più centrali nelle decisioni dei governi, sul rapporto tra forma e sostanza”. Infatti tra i settori che in futuro “saranno particolarmente interessati alla golden power e a ingerenze governative’, il grande settore trasversale è la tecnologia, “più che un settore, un know how delle società – evidenzia Picotti – come nel caso di brevetti importanti”.

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