Dal documento emergerà il pesante impatto del superbonus sui conti pubblici e sui dati macroeconomici di riferimento

Via libera da parte del Consiglio dei ministri, secondo quanto si apprende, al Documento di economia e finanza (Def). La previsione di crescita formulata dal governo è dell’1 per cento. Nella Nadef era all’1,2 per cento.

Per il 2024 il governo conferma la previsione di deficit al 4,3%. È quanto si apprende al termine della riunione in cui si è approvato il Def. Il debito invece viene indicato al 137,8%, mentre era al 140,1% nella Nadef dello scorso settembre. Per il 2025 nel Def approvato oggi il governo prevede il Pil al 1,2%; deficit 3,7%, debito 138,9%; per il 2026 Pil +1,1%, deficit 3%, debito 138,9%; per il 2027 Pil +0,9%, deficit 2,2%, debito 139,6%.

Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha parlato quindi in conferenza stampa di previsioni di crescita “viste in ribasso rispetto alla Nadef” per l’effetto “delle tensioni geopolitiche”.  Il titolare del Tesoro ha comunque confermato l’impegno del governo sulla decontribuzione:  “Ci sono degli impegni che intendiamo mantenere come quello della decontribuzione, che scade nel 2024 e vogliamo assolutamente replicare nel 2025. È un impegno che vogliamo mantenere”, ha detto Giorgetti. 

Il Mef ha inviato alle Camere il Def approvato questa mattina dal Consiglio dei ministri. Lo rende noto lo stesso ministero.

Documento di economia e finanza (Def)

Sarà “nel Piano fiscale strutturale che il Governo fornirà tutti gli elementi utili alla costruzione della nuova manovra“. È quanto assicurano fonti di governo in merito all’approvazione del Def attesa oggi in consiglio dei ministri.

Il Documento di economia e finanza, viene spiegato, “avrà quest’anno un’impostazione diversa perché sono cambiate le regole di programmazione economica e di conseguenza sono previste nuove tempistiche”. Le regole di governance in via di approvazione “introducono un nuovo strumento di programmazione, il Piano fiscale-strutturale di medio termine, che a regime dovrà essere presentato alle autorità europee entro il 30 aprile (con una cadenza allineata alla durata della legislatura nazionale, che nel nostro ordinamento è fissata in cinque anni).

Per l’anno in corso sarà applicato un regime transitorio, che prevede la presentazione del Piano alla Commissione europea entro il 20 settembre. L’approvazione del Piano implica un processo che richiede il contributo di diverse istituzioni e un confronto costruttivo sia con il Parlamento sia con la Commissione europea che dovrà poi valutarlo”. 

Il Documento di economia e finanza che il Governo approva oggi in Cdm “sarà molto più asciutto rispetto ai documenti degli anni passati”. Lo sottolineano fonti di Governo spiegando che “per quanto riguarda le previsioni sulla crescita economica, il Governo intende proseguire sul metodo adottato finora, fornendo numeri il più possibile realistici, non gonfiati né troppo impostati alla prudenza, al netto tuttavia della congiuntura internazionale volatile a causa dei conflitti in atto. Un metodo di lavoro che ha dato e continua a dare risultati”.

“Dal documento emergerà, inoltre, il pesante impatto del superbonus sui conti pubblici e sui dati macroeconomici di riferimento”, concludono le stesse fonti.

Le nuove regole di governance “non sono ancora in vigore. Quindi, nella fase attuale in cui mancano ancora le indicazioni operative su come dovrà essere impostato il Piano, è stata concordata a livello europeo la possibilità di sospendere le vecchie procedure per evitare di svuotare l’atto politico di contenuto”. È quanto evidenziano fonti di governo in merito all’approvazione del Def attesa oggi in consiglio dei ministri. 

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