Il Ceo Labriola: "Stiamo restituendo all'azienda la possibilità di guardare a un futuro sostenibile"

Alla fine la tanto attesa decisione sulla Rete di Tim è arrivata. E il Consiglio di amministrazione dell’ex monopolista delle tlc ha approvato la vendita di Netco accettando l’offerta di KKR. L’offerta del fondo americano valorizza la Rete per 20 miliardi di euro che potrebbero salire a 22 con la fusione con Open Fiber.

L’offerta, informa una nota di Tim, consente al gruppo una riduzione del debito di circa 14 miliardi di euro. Il perfezionamento dell’operazione è atteso entro l’estate del 2024. Sempre dalla nota diffusa dopo che è terminato il lungo weekend di riunioni del board iniziate venerdì emerge che Tim respinge l’offerta non vincolante di KKR su Sparkle “ritenuta non soddisfacente”. Il Ceo Pietro Labriola ha il mandato di trattare e verificare la possibilità di ricevere un’offerta vincolante a un valore più elevato una volta completata la due diligence.

A favore della cessione della Netco al fondo Kkr si sono espressi 11 componenti del Consiglio di amministrazione di Tim sui 14 presenti alla riunione. Il board di Tim ha anche deciso che non è necessario dare la parola all’assemblea dei soci per procedere alla vendita, non recependo così le richieste del principale azionista della società, della media company francese Vivendi, che ha in portafoglio il 24% circa delle azioni. I francesi avevano anche chiesto che l’operazione passasse dal comitato parti correlate.Immediata la reazione di Vivendi a cui l’offerta di KKR per la Rete non è mai piaciuta. Per i francesi quella di Tim è una “Decisione illegittima” e “i diritti degli azionisti di Tim sono stati violati”.

A questo punto si preannuncia una guerra a colpi di carte bollate. Vivendi “utilizzerà ogni strumento legale a sua disposizione per contestare questa decisione e tutelare i suoi diritti e quelli di tutti gli azionisti”, ‘promette’ la società d’oltralpe nella nota.

Toni di fuoco anche dall’azionista di minoranza, il fondo Merlyn, che aveva fatto nelle scorse settimane una proposta alternativa per il rilancio di Tim. Dopo che Tim sulla lettera inviata da Merlyn Partners e RN Capital Partners, l’annuncio di un piano alternativo e la richiesta di un cambio di governance con la sostituzione dell’ad Pietro Labriola, cassa il progetto “ritenendolo non in linea con il piano di delayering della società, come presentato agli investitori nel già citato Capital Market Day”, Merlyn ribatte senza mezze parole.”La decisione del CdA di Tim di approvare l’offerta di KKR senza sottoporre la decisione ad un voto dell’assemblea dei soci – dice Merlyn in un comunicato – è irrispettosa e sbagliata. Adottare una delibera di tale importanza per il destino dell’azienda, peraltro non all’unanimità come annunciato in precedenza, senza ascoltare tutti gli azionisti, costituisce una mancanza di rispetto del mercato e dei più basilari principi di buona governance aziendale”.

Merlyn – conclude la nota – insieme ai suoi partners in questo progetto, ribadisce, infine, la volontà di riservarsi a procedere con ogni possibile azione che porti il CdA a convocare al più presto un’assemblea dei soci dove poter decidere se il piano oggi approvato in autonomia dal CdA sia quello che i soci desiderano per la loro azienda o se preferiscano un futuro differente e, a nostro avviso, migliore”.

Il messaggio del Ceo Pietro Labriola affidato a un comunicato suona così: “A tutti i nostri azionisti dico che stiamo restituendo a Tim la possibilità di guardare ad un futuro sostenibile e di essere pronta a cogliere le opportunità che avrà davanti. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada tracciata dal piano approvato con l’appoggio dei nostri principali azionisti, restando sempre aperti al dialogo e alle proposte che ci vengono sottoposte, in particolare, dai soci più importanti”.

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