La decisione riguarda le imposte non pagate tra il 2006 e il 2011 a causa di un'esenzione decisa dallo Stato
La Commissione europea chiede all’Italia di recuperare l’Ici non pagata dalla Chiesa su alcuni suoi immobili tra il 2006 al 2011. A spiegarlo è stata la portavoce di Bruxelles, Arianna Podestà, nel suo briefing quotidiano con la stampa.
Decisione solo per aiuti superiori a 200mila euro
“La decisione” di chiedere all’Italia di recuperare gli aiuti di Stato illegali concessi a determinati enti non commerciali sotto forma di esenzione dall’imposta sugli immobili “riguarda solo gli aiuti relativi diversi dal regime de minimis, quindi il sostegno superiore a 200.000 euro per beneficiario per un periodo di tre anni. Qualunque cosa al di sotto di questa soglia non è considerata come aiuto di Stato”, ha spiegato Podestà. “Queste decisioni di recupero riguardano l’esenzione dall’imposta sugli immobili per gli enti non commerciali impegnati in determinate attività sociali tra il 2006 e il 2011. L’ambito dell’esenzione è stato ovviamente deciso dalle autorità italiane. E tale esenzione era applicabile agli immobili utilizzati da enti non commerciali per attività sociali, quali assistenza, sanità, istruzione e attività religiose”, ha aggiunto.
La sentenza della Corte di Giustizia
Quanto deciso dalla Commissione europea fa riferimento a una decisione della Corte di Giustizia europea di Lussemburgo che nel 2018, annullando una precedente decisione della stessa Commissione, aveva ordinato allo Stato italiano di recuperare le imposte non versate dagli enti religiosi. A chiedere al Tribunale dell’Unione europea di annullare la decisione della Commissione erano stati la ‘Scuola Elementare Maria Montessori’ di Roma e Pietro Ferracci, proprietario di un bed & breakfast: lamentavano una situazione di svantaggio concorrenziale rispetto agli enti religiosi che esercitavano attività simili alle loro nelle immediate vicinanze, non dovendo pagare le tasse.
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