È scontro aperto intorno alle misure varate dl governo in Consiglio dei Ministri sul tema dei bonus edilizi
È scontro aperto intorno alle misure varate dal governo in Consiglio dei Ministri sul tema dei bonus edilizi, con lo stop alla cessione dei crediti per banche e imprese e il divieto per la Pubblica Amministrazione di acquistarli. “Chiediamo al governo di cambiare idea, altrimenti con i nostri amici di Cisl e Uil valuteremo lo sciopero generale degli edili italiani”, sottolinea a LaPresse Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea-Cgil, per cui sono a rischio “tra gli 80 e i 100mila posti di lavoro”, ma anche “gli obiettivi Onu e Ue sulla sostenibilità ambientale”. Inoltre, aggiunge Genovesi, “se le imprese del settore falliscono, non potranno partecipare agli appalti per il Pnrr”.
La tenuta del settore edilizio è al centro anche delle preoccupazioni dell’Ance, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, per la cui presidente Federica Brancaccio “si rischia una bomba sociale ed economica”. In vista dell’incontro fissato lunedì al Mef con il ministro Giorgetti, Brancaccio sottolinea come “adesso l’emergenza sia non far fallire le circa ventimila imprese a rischio”. Insieme all’Abi, l’Ance chiede inoltre al governo “una misura tempestiva che consenta immediatamente alle banche di ampliare la propria capacità di acquisto, utilizzando una parte dei debiti fiscali raccolti con gli F24″, in modo da fare fronte ai tempi previsti dalle misure del governo, giudicati “non compatibili con la crisi di liquidità delle tante imprese che non riescono a cedere i crediti fiscali maturati”. Anche Federcostruzioni-Confindustria è critica delle misure, con la Presidente Paola Marone che attacca il governo: “Così facendo si distruggono imprese di costruzioni, professionisti e famiglie“. Legacoop solleva l’allarme su un possibile “blocco improvviso dei cantieri, con serie conseguenze per la tenuta di imprese e posti di lavoro”. Problematica sollevata anche da Unimpresa, per cui “molti cantieri già fermi da tempo potrebbero essere chiusi definitivamente”.
Prendono parola anche Confcommercio, che sollecita “un confronto urgente tra Governo ed associazioni di categoria“, anche in considerazione “del ruolo determinante svolto dalla filiera dell’edilizia per la messa terra del Pnrr”, e Confartigianato, che per via del presidente Marco Granelli invita a “riattivare un sistema sostenibile e strutturale degli incentivi per il risparmio e l’efficientamento energetico degli edifici”. E proprio sul tema ambientale si concentra invece Francesco Ferrante, ex senatore e vicepresidente del Kyoto Club, per cui “tagliare tutte le detrazioni fiscali in edilizia va contro le decisioni europee, contro la crisi climatica e contro le tasche dei cittadini che oggi pagano bollette assai care”. Esiste dunque per Ferrante una contraddizione tra lo sforzo alla riduzione dei costi dell’energia e le misure varate, anche perché “dicendo basta alle detrazioni fiscali, giudicate insostenibili, si continuerà a buttare soldi a fondo perduto per cercare di tenere in vita famiglie e imprese”.
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