Manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl e Uil a Torino, Firenze e Bari
Tre piazze, 3 sindacati, 3 leader. E un ‘no’, in coro, forte e chiaro. E’ il ‘no’ allo sblocco dello stop ai licenziamenti dal primo luglio, come fissato dal governo. Quello delle tre manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl, Uil di Torino, Firenze e Bari, dallo slogan “Ripartiamo, insieme. Con il lavoro, la coesione e la giustizia sociale per l’Italia di domani”.
I sindacati si sono ripresi la piazza per chiedere la proroga della moratoria sui licenziamenti almeno fino al 31 ottobre, una riforma degli ammortizzatori sociali e nuove politiche attive per il lavoro. A Piazza Castello a Torino sul palco c’era il Segretario Generale della Cgil, Maurizio Landini, a Firenze in quella Santa Croce il Segretario Generale della Cisl, Luigi Sbarra, a Bari a Piazza della Libertà, ha parlato il Segretario Generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. In scena sono andate tre manifestazioni unitarie di Cgil, Cisl, Uil da nord a Sud, in cui protagonista è stato anche il tema della sicurezza sul lavoro.
Landini ha messo in guardia: “Chiediamo qui oggi che ci sia la proroga del blocco dei licenziamenti. Chiediamo che il Governo faccia questo atto di attenzione verso il mondo del lavoro. E’ il momento di unire non di dividere il Paese, e non è il momento di ulteriori fratture sociali”
“La prima cosa” per Landini – “è cosa risponderà il Parlamento, il Governo. Sanno perfettamente le nostre proposte e se vogliono ci sono le condizioni per trovare le soluzioni. La parola dopo oggi tocca al Governo, noi siamo pronti a confrontarci e trovare le soluzioni più intelligenti”.
Bombardieri ha sottolineato cifre e rischi:” 500.000 posti di lavoro in discussione previsti dalla Banca d’Italia e i 2 milioni che hanno avuto la cassa integrazione. Noi ovviamente speriamo che il numero sia il minore possibile ma dobbiamo evitare che questo diventi una bomba sociale a partire dal primo luglio”.
Sulla scia di questo ‘allarme’, le parole del Ministro del Lavoro, Andrea Orlando sono arrivate durante la giornata di mobilitazione, anche per sdrammatizzare: “Quella del lavoro è una sfida che deve essere vinta e dobbiamo vincere. Non mancano le difficoltà, è utile una discussione su come implementare gli strumenti già disponibili come i contratti di solidarietà. L’ascolto è fondamentale, in questa fase prestare l’orecchio alle richieste dei sindacati è importantissimo. E sul pericolo bomba sociale il titolare del Lavoro ha rassicurato da un lato, senza sminuire dall’altro: “Esiste, non va drammatizzato, credo che ci siano gli strumenti per gestirlo, ma il rischio esiste e credo sia sbagliato rimuoverlo o negarlo come si è fatto nel dibattito pubblico”.
Da Sbarra è partito un appello: “è necessario aprire una stagione di nuovo patto sociale”. E al governo Draghi ha chiesto una “politica industriale” di rilancio dei settori strategici.
In queste ore dal ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta una risposta è arrivata, anche sull’uscita dal blocco dei licenziamenti: “Certamente il blocco dei licenziamenti è stata una cosa buona e giusta durante la pandemia, in un’economia di mercato non è una cosa buona e giusta. Ora siamo in una transizione, dobbiamo tenere la protezione dei lavoratori, ma anche lasciare spazio alla crescita”. “Questa cosa si fa con un grande patto come quello di Ciampi del ’93, che metta insieme pubblico e privato, le garanzie con le prospettive.- ha detto Brunetta – Sarebbe una follia, un farsi inutilmente del male avere conflitto in una fase del genere”.
Ma il numero uno della Cgil però ha avvertito: “Non siamo disponibili a un peggioramento. Ci ascoltino o sarà mobilitazione. Landini ribadisce: “E’ un errore sbloccare i licenziamenti al primo di luglio, lo diciamo al presidente del Consiglio Draghi, a Confindustria, a Confapi”. Lo stop non può durare sine die -ha ammesso – ma “i problemi e le riorganizzazioni non si devono affrontare coi licenziamenti”.
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