Secondo Bloomberg, Bruxelles si appresterebbe a comminare al nostro Paese una sanzione da 3,5 miliardi di euro. Ma Moscovici: "Ci sarà scambio di lettere, ma non prediligo la via delle 'punizioni'"
Torna l'incertezza sui conti italiani e, come previsto, risale lo spread. Il differenziale di rendimento tra Btp e Bund ha toccato in avvio i 285 punti base, non lontano dai massimi 2019 registrati nella prima parte di maggio, e continua ad allargarsi, sfiorando quota 290. Pesano sull'Italia le indiscrezioni riportate da Bloomberg, secondo cui Bruxelles si appresterebbe a sanzionare il nostro Paese con una multa da 3,5 miliardi di euro, per non aver rispettato gli impegni presi per ridurre i propri livelli di debito e deficit.
Moscovici – In merito alla notizia diffusa da Bloomberg, il commissario Ue agli Affari economici, Pierre Moscovici, dichiara: "Ho in programma uno scambio di vedute con il governo italiano su misure aggiuntive che potrebbero essere necessarie perché sia conforme alle regole". "È molto probabile che avremo uno scambio di lettere" con Roma, prosegue Moscovici, che tuttavia precisa: "Non prediligo le sanzioni".
Salvini – Ma sul punto Salvini torna a ripetere: "Mi auguro che non ci sia nessuno che mandi letterine". "Vi pare – aggiunge a Rtl – che in un momento storico in cui c'è una disoccupazione giovanile del 50% in alcune regioni italiane, in cui dobbiamo assumere in fretta medici e infermieri, da Bruxelles qualcuno in nome di regole del passato ci chieda 3 miliardi di multa e a settembre 20 miliardi di aumento di tasse? Ogni mia energia sarà usata per cambiare queste regole vecchie e superate".
E rincara la dose: "Lo spread aumenta perché c'è chi tiene sotto scacco l'Italia e vuole che resti ancorata a regole vecchie. L'Italia ha un'economia sana. Gli italiani devono essere messi in grado di competere. Siamo tutti uguali? Non si capisce perché qualcuno debba speculare sulla pelle del Paese e degli italiani e qualcun altro debba pagarne le conseguenze".
"Noi rispettosamente ed educatamente e senza sbattere la porta – proseguevogliamo chiedere al nuovo Parlamento europeo e alla nuova commissione la convocazione di una conferenza europea su lavoro, crescita, investimenti, sulla garanzia del debito pubblico e sul ruolo della banca europee". "Il Pd lancia l'allarme spread, come se il voto di domenica non fosse un voto libero ma un voto per lo spread: ebbene tra il 2012 e 2018, da Letta a Gentiloni, gli anni del rispetto dei vincoli europei, il debito 1989 miliardi fino a 2321 miliardi nonostante i tagli" aggiunge.
Piazza Affari – La minaccia di una potenziale sanzione fa tremare Piazza Affari, che in avvio cede lo 0,72%. Tra i singoli titoli si conferma la debolezza delle banche, appesantite proprio dalla risalita dello spread. Unicredit cede quasi il 2%, segue l'altra big Intesa Sanpaolo con -1,78%. Tra i finanziari arranca anche Poste con -1,2%. Tra i segni più si segnala Fca con +1% dopo l'exploit di ieri a seguito dell'annuncio della proposta di fusione alla pari con Renault.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata