Secondo il ceo, marchi distintivi come Jeep, Alfa Romeo e Maserati conferiscono all'azienda italo-americana un vantaggio rispetto agli altri produttori di massa

Fiat Chrysler Automobiles è una "house of brands" e per questa sua peculiarità sarà una delle poche case automobilistiche tradizionali a sopravvivere alle sfide che l'industria dell'auto sta affrontando su motorizzazione elettrica e guida autonoma. Ne è sicuro il ceo di Fca, Mike Manley, intervistato da Bloomberg in occasione dell'uscita del libro 'Sergio Marchionne' di Tommaso Ebhardt, della casa editrice Sperling & Kupfer. La visione di Manley, come quella del suo iconico predecessore, Sergio Marchionne, si basa sull'idea che marchi distintivi come Jeep, Alfa Romeo e Maserati conferiscano all'azienda italo-americana un vantaggio rispetto agli altri produttori di massa. "Sono sicuro al 100%" che Fiat Chrysler sarà in grado di sopravvivere perché "fondamentalmente siamo una casa di marchi", afferma Manley.

"Non penso che abbiamo un marchio che sia identificabile con un carattere blando", spiega il capo azienda, che cita in particolare l'iconica Fiat 500 che ha registrato ancora consegne record nonostante sia sul mercato da un decennio. "I nostri marchi hanno dimostrato che saranno in grado di sopravvivere", sottolinea Manley. Il libro su Marchionne rivela che, oltre a Manley, in lizza per la successione a Marchionne c'era il direttore finanziario, Richard Palmer. Erano loro i due candidati che Elkann aveva programmato di proporre al consiglio di amministrazione il 21 luglio del 2018, dopo aver scoperto che Marchionne non sarebbe mai tornato dopo l'intervento chirurgico a cui si era dovuto sottoporre.
 

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