Il ministro dell'Economia: "Il differenziale sale perché c'è incertezza politica, per farlo scendere basta abbassare il deficit al 2,2%"
La "Giornata dell'ottimismo", il titolo della Festa Fogliante, kermesse annuale del quotidiano 'IL Foglio', che anche quest'anno si è tenuta in Palazzo Vecchio, a Firenze, non è certo adatto allo stato d'animo del ministro dell'Economia Giovanni Tria, dopo aver conosciuto la decisione dell'agenzia di rating Standard&Poor's che, pur non abbassando il rating sovrano dell'Italia, ha rivisto però al ribasso l'outlook da 'stabile' a 'negativo'.
Tria, che da giorni è impegnato a illustrare la manovra finanziaria ai partner europei, cercando contemporaneamente di stemperare i toni accesi usati nei confronti delle istituzioni comunitarie dai vicepremier Salvini e Di Maio, ha parlato in chiusura della festa del Foglio schierandosi di fatto con il numero della Bce Mario Draghi, criticato dal capo politico del M5S: "Draghi ha detto la realtà come banchiere centrale. Non ha detto niente di strano. E' chiaro che lo spread a questo livello è dannoso". Con una postilla: l'impennarsi del differenziale tra Btp e Bund non dipende dal deficit, ma dall'"incertezza politica su dove va il Paese". "Non vedo tutto questo pessimismo. So che viene contestata la nostra previsione, ma parliamo di decimali. In questo periodo si dice spesso che bisogna abbassare i toni, ma bisogna mantenere la lucidità di giudizio", ha detto il ministro.
Dallo stesso palco, poco prima, erano state mosse critiche, anche aspre, nei confronti del governo e della manovra finanziaria. "Il giudizio di Standard and Poor's "era prevedibile, il messaggio è chiaro: c'è una debolezza nella manovra sul fronte della crescita, che dà un'incoerenza anche alle dichiarazioni del governo", ha detto il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. "Questa manovra – ha aggiunto -potrebbe avere degli effetti di disincentivare al lavoro e degli effetti potenzialmente non recessivi, ma che non spingono alla crescita. Il che significa anziché compensare il rapporto deficit/Pil aumenta il debito pubblico".
Poi, richiamando il governo "alle sue responsabilità" sulla manovra, il presidente degli industriali, che si è detto "ottimista nelle aspettative ma pessimista nelle previsioni", ha stigmatizzato gli attacchi di Salvini e Di Maio al presidente della Bce Mario Draghi, sostenendo che "non mi sembra che Draghi sia contro l'Italia. La questione del quantitative easing è nell'interesse dell'Italia. Abbiamo un governatore di una banca centrale che ha salvato l'Italia. Il problema è accettare le critiche e capire cosa c'è dietro, per cercare di costruire e migliorare".
Secondo Boccia, inoltre, "uno 'sciopero' degli industriali contro la manovra "è un'ipotesi possibile" e "se serve a far cambiare idea se ne può parlare", ma "quando gli imprenditori scendono in piazza significa che c'è un declino totale del Paese, non è un penultimatum, saremo alla frutta, e cerchiamo di non arrivarci mai".
Dure anche le parole del presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. "Il governo sta facendo una guerra contro l'Europa – ha affermato – ma le guerre si dichiarano quando si possono vincere. Quando la sconfitta è certa diventa una sorta di suicidio politico quello di andare contro tutti, soprattutto contro gli italiani". Per Tajani, il Governo "sta facendo cose dissennate, compreso l'attacco al presidente della Bce al quale dovremo dire grazie per quello che ha fatto".
Affondo diretto contro l'esecutivo anche dall'ex premier Paolo Gentilloni. "Questo Governo – ha tuonato – è pericoloso, prima si dimette e meglio è per il popolo italiano". E ha aggiunto: "Il meccanismo che si è messo in moto in Italia rischia di portarci fuori dall'Unione Europea, fuori dall'Europa non c'è ottimismo, non c'è futuro. Bisogna trovare un'intesa con l'Europa e correggere la manovra del governo. So che, da qualche parte, a un compromesso si sta lavorando, anche se non so se ci stanno lavorando i leader. Penso che abbiamo bisogno di un compromesso; senza questo compromesso saranno guai per l'Italia".
Tria nel suo intervento ha affermato che la crescita del Paese non può essere giudicata "solo con un trimestre" e "la spesa pubblica si tiene sotto controllo sempre, la conosciamo mese per mese, mentre il gettito ha scadenze diverse. E la crescita non si misura in tempi brevi, la valutiamo sei mesi dopo". Fondamentale comunque "è sbloccare le opere pubbliche". Anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha difeso l'operato del governo dicendo, a proposito delle valutazioni di Standard&Poor's che l'agenzia di rating "fa il suo mestiere, fa le sue valutazioni e noi faremo le nostre", e ha concluso assicurando che "non c'è nessuna idea di uscire dall'Europa e di uscire dall'Euro: attenzione a non giocare troppo su questi dubbi".
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