Si chiamano Ripple, Nem o Ardor servono per scambi di vario tipo. Alcune si sono rivalutate di 10/20mila volte in un anno

Non è tutto bitcoin quello che luccica. Anzi, se si guarda al 2017, che pure è stato l'anno della consacrazione per la criptovaluta ideata quasi dieci anni fa da Satoshi Nakamoto, ci sono asset digitali che hanno messo a segno performance ben più straordinarie. Nella classifica pubblicata dal magazine statunitense Quartz dei maggiori incrementi di valore realizzati nei 12 mesi appena trascorsi, basata sui dati della piattaforma CoinMarketcap, il bitcoin – con la sua crescita del 1.318% – si deve accontentare addirittura della quattordicesima posizione, ben lontano da un podio occupato da Ripple (+36.018%), Nem (+29.842%) e Ardor (16.809%). Strumenti meno noti, per quanto i primi due non si presentano certo come novità assolute. Il sistema di pagamento Ripple, che si basa su un protocollo diverso da quello di Bitcoin e ha una sua valuta conosciuta col simbolo Xrp, esiste infatti dal 2012, anche se il grosso dei guadagni l'ha realizzato sul finale dell'ultimo anno. Il Nem, scritto con linguaggio Java, è stato sviluppato a partire dal 2014 da alcuni utenti del forum Bitcoin Talk. Ben più recente Ardor, lanciato nel 2016 e basato sulla tecnologia Nxt.

Se si vogliono aggiungere altri nomi alla lista delle criptovalute da tenere d'occhio, basta poi spulciare sempre su Coinmarketcap le classifiche delle migliori performance su base settimanale, giornaliera o addirittura oraria. Negli ultimi sette giorni, ad esempio, il rialzo più netto è stato quello di Paccoin, che sul proprio sito si presenta come "la scelta alternativa della gente" e può vantare un'impennata del 1.215%, mentre le ultime ventiquattro ore hanno visto il dominio di Coinonat, che ha segnato un +317,48%. Questo, per inciso, limitandosi agli asset che hanno mosso volumi superiori ai 50 mila dollari nella giornata. Ma la scelta è ancora più ampia, se si considera che la piattaforma monitora oltre 1.300 monete virtuali. Dal CannabisCoin, la valuta peer-to-peer creata espressamente per la comunità dei consumatori di marijuana, all'Hollywoodcoin, ideato da un team di "esperti di cinema con differenti competenze", come spiega la sua pagina web.

D'altra parte, il 2017 è stato un anno d'oro – anzi, oro è dire poco, visto che il metallo prezioso si è limitato a un +13% – anche per i debutti, in ambito cripto. Le cosiddette "Ico", cioè le offerte di moneta iniziali attraverso le quali vengono lanciate le iniziative di questo tipo, hanno raccolto fondi per un totale di 3,7 miliardi di dollari, secondo i dati raccolti da Coin Schedule. A fare meglio di tutti, con 257 milioni di dollari di raccolta, è stata Filecoin, società che ha creato una sua moneta con la quale vengono pagati gli spazi per la conservazione di dati all'interno di data center e dischi rigidi messi a disposizione dagli utenti di tutto il mondo. L'ennesimo nome di cui prendere nota.
 

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