Riflettori puntati su Mps, governo pronto a intervenire se fallisse l'aumento di capitale sul mercato
"Ricapitalizzazione degli istituti bancari" che abbiano una "insufficiente capitalizzazione e una insufficiente capacità di reperire risorse sul mercato" e "garanzia pubblica per operazioni di breve termine per la liquidità". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan descrive così i due strumenti che il Governo intende finanziare, in "uno o più provvedimenti", con l'autorizzazione di spesa per 20 miliardi chiesta al Parlamento. In due ore discussione con le commissioni congiunte Bilancio di Camera e Senato non pronuncia mai la parola Mps. "Non credo sia opportuno – spiega, incalzato dalle domande – parlare di casi specifici, essendo oggetto di operazioni di mercato. Bisogna fare estrema attenzione a non introdurre turbative. Questo spiega perché non sono entrato nel dettaglio delle operazioni di tutela del risparmio. Questo non significa però che il problema non si ponga".
Padoan non conferma che arriverà un decreto. Il Governo è alla finestra, lascia intendere, e aspetta l'esito dell'aumento di capitale di 5 miliardi di Mps. Se fallirà, allora dovrà intervenire in tempi brevissimi. "Ove ci fosse un decreto – dice – sarà cura del Governo fare quello che serve e trasmettere al Parlamento quello che eventualmente dovesse essere deciso. I tempi sarebbero condizionati da eventi che potrebbero svilupparsi".
Ma perché l'autorizzazione richiesta è per una spesa fino a un tetto di 20 miliardi? E' una "dimensione realistica", dice Padoan, tenendo "conto dell'impatto sul debito". Un debito, precisa, che sarà finanziato attraverso l'emissione di nuovi titoli di Stato. Ma che tuttavia non peserà sui parametri di finanza pubblica: "Non avendo carattere strutturale – sottolinea – è escluso dal conteggio dei parametri del patto di Stabilità e crescita". Viene perciò programmato "in sintonia con la Commissione europea". Sulle dimensioni effettive, comunque, di questo impatto sui conti non si sbilancia: "L'impatto effettivo sui saldi – precisa – dipenderà dalla tipologia degli interventi che saranno eventualmente adottati e dall'entità delle risorse che potrebbe essere necessario eventualmente rendere disponibili".
All'ex ministro del Tesoro Giulio Tremonti, che parla di un "sistema sull'orlo del baratro" replica: "Il sistema italiano non è nel suo complesso sull'orlo del baratro ma ci sono elementi di crisi. Elementi che hanno soluzioni di mercato che potrebbero però richiedere soluzioni precauzionali pubbliche". Anche perché, ammonisce, occorre chiedersi quale sarebbe l'alternativa. A fronte della impossibilità di ricapitalizzazione, un istituto con capitale insufficiente rispetto ai parametri europei "finirebbe in risoluzione. In questo caso – dice – i danni sarebbero incalcolabili. Quando si valuta una misura ci si deve chiedere quali sono le alternative".
Oggi è in programma il voto per il via libera alla richiesta del Governo sia alla Camera che al Senato. L'esito è scontato, avendo Forza Italia già garantito il suo appoggio. "Bisogna assolutamente salvare Mps, checché ne dica l'Europa, altrimenti sarà un disastro per il Paese", ha detto oggi Silvio Berlusconi. Che al premier Paolo Gentiloni ha assicurato: "Noi ci siamo su tutto, a cominciare da Mps". Contrario invece il Movimento 5 stelle, che ha intenzione di lanciare una protesta in aula per contestare il voto.
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