Il presidente di Confindustria all'assemblea: Chiudere il Brennero sarebbe un infarto
"Le riforme sono la strada obbligata per liberare il Paese dai veti delle minoranze e dai particolarismi, che hanno contribuito a soffocarlo nell'immobilismo". Così Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, nel corso della sua prima relazione all'assemblea degli industriali. "Confindustria si batte sin dal 2010 per superare il bicameralismo perfetto e riformare il Titolo V della costituzione. Con soddisfazione, oggi, vediamo che questo traguardo è a portata di mano. La nostra posizione e le conseguenti azioni sul referendum – ha aggiunto – verranno decise nel Consiglio generale convocato per il 23 giugno".
CRESCITA. Boccia ha poi sottolineato: "La nostra economia è senza dubbio ripartita ma non è in ripresa. È una risalita modesta, deludente che non ci riporterà in tempi brevi a livelli pre-recessione. Siamo pienamente coscienti del vincolo stringente del debito pubblico. E del fatto che non è con il debito che si costruisce una crescita duratura. La nostra storia ce lo ha dimostrato ogni ragionevole dubbio". La proposta è quella di meno tasse: "Chiediamo di spostare il carico fiscale alleggerendo quello sul lavoro e sulle imprese e aumentando quello sulle cose".
CHIUSURA BRENNERO SAREBBE INFARTO. "Chiudere il Brennero è come bloccare un'arteria: causerebbe un infarto" ha precisato Boccia"Poco meno di trent'anni fa – ha aggiunto – noi in Europa i muri li abbattevamo. Dobbiamo opporci con tutte le nostre forze alla costruzione di muri, che siano fatti di filo spinato o di posti di blocco, che siano fra la Serbia e l'Ungheria oppure fra l'Austria e l'Italia". "Non possiamo far soccombere il progetto europeo – ha concluso Boccia – sotto i colpi di nazionalismi pericolosi e irresponsabili populismi. Senza i cittadini provenienti da altre nazioni l'Italia si fermerebbe". "Per questo motivo – ha aggiunto – il loro ruolo va pienamente riconosciuto e dobbiamo trasformare l'emergenza dei biblici flussi migratori in un'occasione storica di sviluppo sociale ed economico".
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