Venezia è l'unica tra le grandi città città dove il prelievo è sempre sotto le soglie più alte

Fisco record nei grandi comuni dove tra due settimane si cambia il sindaco. Roma, Torino, Napoli sono tra le città 'più tassate' d'Italia: sono tre dei sette capoluoghi di regione con le aliquote fiscali più alte relative a Irap, Irpef, Imu e Tasi nel 2015. Le altre quattro città sono: Genova, Bologna, Ancona e Campobasso. Queste sette città hanno, in tre casi su quattro, i livelli più alti di imposte sulle imprese e sulle famiglie, sui capannoni industriali e sulle case. Con due 'punti', nella classifica dei tributi territoriali, figurano poi Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Potenza, Trieste e Catanzaro. Un solo 'punto', invece, per Milano, Cagliari, L'Aquila, Aosta, Trento e Bolzano. Fisco light a Venezia, unica città che non risulta mai tra quelle con aliquote elevate. E' quanto risulta dalla 'Mappa del fisco locale in Italia' realizzato dal Centro studi di Unimpresa

L'analisi dell'associazione – basata su dati relativi al 2015 dell'Agenzia delle Entrate, della Corte dei conti e del Dipartimento Finanze – prende in considerazione le aliquote Iperf (definite dalle regioni), il totale delle addizionali Irpef (regioni e comuni), l'Imu e la Tasi. La classifica è stata realizzata sulla base di 'punti' attribuiti alle città e alle relative regioni che applicano aliquote particolarmente elevate nei quattro principali tributi pagati anche su base territoriale. Lo studio assegna da uno a quattro punti e In totale sono stati assegnati 41 punti in relazione alle aliquote dello scorso anno: più è alto il punteggio, più è elevato il livello del prelievo tributario a carico dei contribuenti (cittadini e imprese).

Sono in totale sette le città col fisco al top, con tre 'punti' assegnati su un massimo di quattro dal Centro studi di Unimpresa: a Roma si paga il 4,82% di Irap, il 4,23% di addizionali Irpef, l'1,06% di Imu; a Torino si paga il 4,13% di addizionali Irpef, l'1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi; a Napoli si paga il 4,97% di Irap, l'1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi; a Genova e Bologna si paga il 3,13% di addizionali Irpef, l'1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi; ad Ancona si paga il 4,73% di Irap, l'1,06% di Imu e lo 0,33% di Tasi; a Campobasso si paga il 4,97% di Irap, il 3,43% di addizionali Irpef, l'1,06% di Imu.

Due punti, nella classifica di Unimpresa sul fisco locale, ad altre sette città: Firenze (per l'Imu all'1,06% e la Tasi allo 0,33%), Palermo (per l'Irap al 4,82% e l'Imu all'1,06%), Perugia (per l'Imu all'1,06% e la Tasi allo 0,33%), Bari (per l'Irap al 4,82% e l'Imu all'1,06%), Potenza (per l'addizionale Irpef al 3,13% e l'Imu all'1,06%), Trieste (per l'Imu all'1,06% e la Tasi allo 0,33%) e Catanzaro (per l'Irap al 4,82% e l'Imu all'1,06%). Milano (per l'Imu all'1,06%), Cagliari (per la Tasi allo 0,33%), L'Aquila (per l'Irap al 4,82%), Aosta (per l'Imu all'1,06%), Trento (per la Tasi allo 0,35%) e Bolzano (per la Tasi allo 0,40%) hanno invece un solo 'punti'. Venezia (che ha zero punti) è l'unica città dove il prelievo è sempre sotto le soglie più alte: nel capoluogo della regione Veneto fisco leggero perché si paga il 3,90% di Irap, il 2,03% di addizionali Irpef (1,23% regionale e 0,80% comunale), lo 0,81% di Imu e lo 0,29% di Tasi.

Per quanto riguarda l'Irap, l'aliquota più alta, pari al 4,97%, si trova a Napoli (Campania) e Campobasso (Molise), mentre a Roma (Lazio), Palermo (Sicilia), Bari (Puglia), Catanzaro (Calabria) e l'Aquila (Abruzzo) il prelievo dell'imposta regionale sulle attività produttive si attesta al 4,82%. 

Per quanto riguarda l'Irpef, la somma delle addizionali comunali e regionali porta il prelievo più alto a Roma: nella Capitale d'Italia l'aliquota totale è del 4,23%, considerando il 3,33% della regione Lazio e lo 0,90% del Comune; seguono, poi, Torino col 4,13% (3,33% del Piemonte e 0,80% del Comune), Campobasso col 3,43% (2,63% del Molise e 0,80% del Comune) e col 3,13% Genova (2,33% della Liguria e 0,80% del Comune), Bologna (2,33% dell'Emilia Romagna e 0,80% del Comune) e Potenza (2,33% della Basilicata e 0,80% del Comune).

Per quanto riguarda l'Imu, l'aliquota massima (1,06%) è applicata in 16 grandi città su 21 esaminate nel rapporto: Roma, Torino, Napoli, Genova, Bologna, Potenza, Campobasso, Firenze, Palermo, Perugia, Bari, Trieste, Ancona, Catanzaro, Milano e Aosta. Si 'salvan' solo Cagliari (0,96%), L'Aquila (0,81%), Trento (0,895%), Bolzano (1,00%) e Venezia (0,81%).

Per quanto riguarda la Tasi, l'aliquota più alta è a Bolzano (0,40%) mentre a Trento si paga lo 0,35%. Le altre città più tassate sul versane del mattone, con un'aliquota pari allo 0,33%, sono: Torino, Napoli, Genova, Bologna, Firenze, Perugia, Trieste, Ancona, Cagliari, Trento e Bolzano.

"Ci sono troppe differenze a livello territoriale per quanto riguarda il prelievo fiscale e si tratta di differenze che non aiutano la ripresa così come gli investimenti delle imprese", spiega il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, commentando i dati della ricerca, "serve un ragionamento complessivo, che il governo dovrà fare quando, auspichiamo al più presto, vorrà lavorare a una serie riforma tributaria che deve essere organica".

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