Milano, 22 dic. (LaPresse) – Il tasso di evasione del canone è in Italia ha il primato stimato del 30,5% nel 2014, contro il 5% del Regno Unito e l’1% di Francia e Germania. Lo segnala R&S di Mediobanca nel Focus sul settore Tv (2010-2015), partendo da dati Twig. La stima dell’evasione è del 40% sulle isole, del 37% al Sud, del 29% al Centro e del 26% al Nord. Le province più virtuose sono Ferrara (17%), Rovigo (18%) e Bolzano (25%), quelle col tasso più alto Crotone (56%), Napoli (55%) e Catania (53%). La città di Milano, col 42%, supera Roma, al 38%.

Con un tasso di evasione al 5% (analogo a quello del Regno Unito), un canone ridotto a 100 euro annui e mantenendo costanti gli attuali ricavi pubblicitari, le entrate della Rai aumenterebbero di 420 milioni di euro, portando il fatturato dell’emittente vicino ai 2,8 miliardi. Un risultato che porterebbe la stessa Rai al primo posto per ricavi in Italia, avvicinandola, nel contesto europeo, ai risultati del servizio pubblico francese, France Télévisions. Questa la stima proposta da R&S di Mediobanca, che nel nuovo Focus sul settore Tv ha provato a ipotizzare uno scenario verosimile rispetto a quello che potrebbe delinearsi con l’introduzione del canone in bolletta pianificata dal governo. Uno scenario che, tra l’altro, comporterebbe un allineamento dell’emittente di Stato italiana rispetto ai principali operatori pubblici europei per quanto riguarda il “peso” del canone sul fatturato complessivo del servizio, al momento pari al 64%. Nella situazione appena descritta, il dato si sposterebbe infatti verso il 70%, sulla scia della Bbc (77,7%) e dello stesso gruppo France Télévisions (82,4%). Il tasso di evasione del canone nel 2014 era stimato al 30,5%: un elemento che, combinato con i 113,5 euro di importo del canone, porta a valorizzare un mancato introito pari 600 milioni di euro, secondo quanto indicato dalla Rai nella propria contabilità separata.

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