Milano, 3 dic. (LaPresse) – Alla fine del 2014 la ricchezza netta delle famiglie italiane era in media di 218mila euro. Tra il 2012 e il 2014 la ricchezza netta familiare media è scesa in termini reali dell’11 per cento, per effetto di una significativa diminuzione tra le famiglie più abbienti (-15 per cento nel quinto più alto) dipesa in larga parte dal calo del prezzo degli immobili. E’ quanto riporta il supplemento al Bollettino Statistico della Banca d’Italia su ‘I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2014’. Per le famiglie al di sotto della mediana della ricchezza, il patrimonio netto medio è aumentato del 4 per cento, quasi interamente per il calo delle passività finanziarie che riflette sia la minore esposizione media degli indebitati sia il minor numero di questi ultimi. L’indice di Gini della ricchezza netta è diminuito di tre punti, al 61 per cento.

Nel 2014 il 22,3 per cento degli individui aveva un reddito equivalente inferiore al 60 per cento di quello mediano (16mila euro), la soglia convenzionalmente usata per definire la condizione di basso reddito; era il 19,6 per cento nel 2006. Dal 2006 l’incidenza degli individui a basso reddito è cresciuta nelle fasce di età centrali fino a 54 anni, ma è diminuita tra i più anziani, per effetto della stabilità delle loro entrate rispetto al calo generalizzato dei redditi. L’indice di Gini del reddito equivalente, una misura della disuguaglianza, è rimasto sui livelli del 2012.

DIMINUISCONO FAMIGLIE VULNERABILI FINANZIARIAMENTE. Le condizioni di vulnerabilità finanziaria, identificate dalla presenza congiunta di una rata per il rimborso dei prestiti superiore al 30 per cento del reddito e da un reddito monetario inferiore a quello mediano, riguardano l’11,4 per cento delle famiglie indebitate e il 2 per cento del totale; erano rispettivamente il 13,5 e il 2,6 per cento nel 2012.

AUMENTA IL REDDITO MEDIO EQUIVALENTE. Tra il 1977 e il 2014, il reddito medio equivalente delle famiglie (al netto dei proventi delle attività finanziarie, che sono rilevati solo dal 1987) è aumentato di circa il 35 per cento in termini reali. La caduta registrata tra il 2010 e il 2012, in concomitanza con la crisi dei debiti sovrani, lo ha riportato sui livelli prevalenti alla fine degli anni ottanta. Tra il 1995 e il 2014, la ricchezza netta media familiare è cresciuta di circa 8 punti percentuali in termini reali; quella mediana di circa il doppio. La quota della ricchezza netta complessiva detenuta dal 5 per cento delle famiglie più abbienti è rimasta attorno al 30 per cento, un valore analogo a quello della quota detenuta dai tre quarti delle famiglie meno abbienti.

STABILE REDDITO FAMILIARE NETTO MEDIO. Nel 2014 il reddito familiare netto medio – si legge ancora nel supplemento al Bollettino – è stato pari a circa 30.500 euro annui, stabile rispetto al 2012. Tra il 2012 e il 2014 se ne è arrestata la diminuzione, che proseguiva dal 2008 ed era collegata principalmente alla riduzione dei redditi da lavoro, dipendente e autonomo. In termini reali pertanto, il reddito familiare che tra 2006 e 2012 era sceso del 15%, negli ultimi due anni è calato dello 0,2%. Mentre il reddito equivalente che tra 2006 e 2012 calò del -13%, nell’ultimo biennio è sceso dell’1,3%. Nel 2014 il 22,3 per cento degli individui aveva un reddito equivalente inferiore al 60 per cento di quello mediano (16mila euro), la soglia convenzionalmente usata per definire la condizione di basso reddito; era il 19,6 per cento nel 2006. Dal 2006 l’incidenza degli individui a basso reddito è cresciuta nelle fasce di età centrali fino a 54 anni, ma è diminuita tra i più anziani, per effetto della stabilità delle loro entrate rispetto al calo generalizzato dei redditi. L’indice di Gini del reddito equivalente, una misura della disuguaglianza, è rimasto sui livelli del 2012.

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