Roma, 27 ott. (LaPresse) – Dopo essere aumentati “costantemente” nel quadrienni 2009-2012, nel biennio successivo, con le “ingenti risorse” messe a disposizione dal Tesoro, il contesto normativo “migliorato” e “l’attenzione politica” al fenomeno, i debiti della Pubblica amministrazione sono calati di oltre 20 miliardi di euro nello stock, che è tornato ai livelli del 2008. Lo rileva uno studio della Banca d’Italia, che evidenzia che il pieno adeguamento alla normativa Ue sui tempi di pagamento, richiederebbe una riduzione dei debiti commerciali di circa ulteriori 50 miliardi di euro.
I debiti commerciali delle Pubbliche amministrazioni, sottolinea via Nazionale, erano circa 70 miliardi nel 2008 e hanno superato quota 90 miliardi nel 2012. In rapporto al fatturato annuo verso le Pa delle imprese fornitrici, sono passati da poco meno del 45 per cento a circa il 60 per cento. “I risultati del lavoro mostrano che il fenomeno dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche non è ancora stato ricondotto entro limiti fisiologici. Il livello raggiunto dai debiti commerciali alla fine del 2014 è molto lontano da quello coerente con il rispetto dei tempi contrattuali”, si legge ancora.
Secondo Bankitalia la riduzione è stata tuttavia inferiore di quasi 10 miliardi rispetto ai pagamenti alle imprese che, in base al monitoraggio del Mef, sono stati effettuati a valere sulle citare risorse. “Questa discrepanza – afferma lo studio – appare essenzialmente attribuibile a un flusso dei pagamenti ‘ordinari’ in sufficiente, da solo, a mantenere invariato il livello dei debiti commerciali delle amministrazioni; inoltre, in alcuni casi gli enti potrebbero aver destinato parte dei fondi ricevuti al finanziamento di nuove spese, anziché alla riduzione dei debiti commerciali pregressi”.
Palazzo Koch spiega che risulta “particolarmente significativo” il miglioramento riscontrato nell’ultimo biennio per le Asl e le Regioni, che sono state analizzate in modo congiunto. Riguardo alle dimensioni delle imprese coinvolte, i debiti commerciali si concentrano principalmente nelle aziende relativamente piccole (meno di 50 addetti) delle costruzioni e nelle imprese medie e grandi (oltre 200 addetti) dell’industria e dei servizi.
I tempi di pagamento, riportati dalle imprese delle indagini, sono aumentati nel biennio 2009-10 sfiorando i 200 giorni, per poi diminuire fino a circa 125 giorni nel 2014. “Questo andamento, che ha risentito dell’entrata in vigore nel 2013 della nuova direttiva europea, è riconducibile prevalentemente alle durate contrattuali, passate da oltre 110 giorni nel 2010 a circa 60 nel 2014; nell’ultimo biennio si è ridotto anche il tempo medio dei ritardi, da circa 145 giorni del 2012 a 110 nel 2014”, spiega ancora Bankitalia.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata