di Donatella Di Nitto

Roma, 26 ott. (LaPresse) – Il ministero dell’Economia conferma la sua fiducia a Rossella Orlandi, smentendo però nel contempo il suo sottosegretario Andrea Zanetti. Le parole, a difesa della direttrice dell’Agenzia delle entrate, il Mef le affida a una nota non lasciando spazio a fraintendimenti: “Il contrasto all’evasione fiscale è una priorità del governo” e “in questo contesto l’Agenzia delle entrate svolge un ruolo cruciale. Le competenze maturate e consolidate dal personale e dalla dirigenza costituiscono un patrimonio che il governo intende salvaguardare”.

PADOAN: “IMMUTATA STIMA”. E’ “immutata” quindi da parte di Pier Carlo Padoan “la stima nel direttore Rossella Orlandi” con il ministero dell’Economia e delle Finanze “impegnato nell’attività di rafforzamento organizzativo e operativo” dell’organo “anche grazie al contributo delle valutazioni chieste a Fmi e Ocse in merito a modelli efficaci nella realizzazione di un rapporto cooperativo tra contribuente e amministrazione fiscale secondo le migliori pratiche che emergono dalla comparazione internazionale”.

ZANETTI: “INEVITABILI LE DIMISSIONI DI ORLANDI”. Una stoccata quindi al sottosegretario Zanetti che questa mattina in una intervista a Repubblica aveva attaccato la Orlandi: “Se il direttore continua ad esternare il suo malessere e a dire che l’Agenzia delle entrate muore, le sue dimissioni diventano inevitabili”. Immediate le reazioni, fra tutte quella di Roberto Speranza, della minoranze del Pd, che bolla l’attacco dell’esponente di Scelta civica “inaccettabile. Ancora un segnale preoccupante che nel governo c’è chi lavora per allargare le maglie della lotta all’evasione fiscale. E’ il momento che Padoan chiarisca la posizione del governo su un tema così delicato”. Anche da Sel arrivano le critiche al sottosegretario simbolo di un esecutivo, dice Arturo Scotto, capogruppo di Sel, dove “alcuni esponenti per conquistare un titolo di giornale o uno spazietto in tv si distinguono per cialtroneria”. Scatenati invece i deputati del Movimento 5 Stelle che denunciano: “Lo diciamo da tempo: la macchina fiscale italiana è ostaggio di una guerra per bande, mentre il governo fa l’occhiolino ai grandi evasori”. Mentre Ncd difende la misura sul cash con Maurizio Lupi che afferma: “La sinistra in questo Paese ha sempre bisogno di un nemico, e quando non lo trova se lo crea. Persa la battaglia sulla legge elettorale e sulla riforma costituzionale adesso grida al pericolo contante. Non la rassicurano gli studi in merito, non vale più la parola di un incorruttibile come Cantone”.

ZANETTI: “SERVE UN INCONTRO CON RENZI E PADOAN”. La risposta del ministero dell’Economia, se blinda da un lato la Orlandi rischia però di aprire un caso politico con l’alleato di maggioranza, Scelta civica, rappresentato dallo stesso Zanetti, che in una nota chiede “al ministro Padoan e al presidente del Consiglio Renzi un incontro politico dirimente e chiarificatore non appena il presidente Renzi sarà rientrato dagli impegni all’estero”. Scelta civica, dice Zanetti, vuole capire “se siamo il Governo che sta facendo i trattati internazionali contro i paradisi fiscali, che sta potenziando i controlli incrociati dei dati, che ha introdotto il reato di autoriciclaggio e che sta per l’appunto lavorando al rafforzamento organizzativo dell’Agenzia nel rispetto delle norme sul pubblico impiego, oppure se siamo il governo che sta facendo morire le agenzie fiscali”. E ancora in serata, nonostante la presa di posisizione di Padoan, sulla Orlandi Zanetti non arretra di un millimetro: “Se continuasse a ribadire come un mantra che stiamo facendo morire l’agenzia, credo che non sia più in grado di guidarla”.

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