Milano, 26 ott. (LaPresse) – Cresce l’attesa per l’avvio delle contrattazioni sui titoli di Poste Italiane fissato per domani a Piazza Affari. Un debutto anticipato dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che nel corso di una conferenza stampa al Mef tenutasi venerdì scorso ha salutato come “un successo” la conclusione del processo di privatizzazione della società, sottolineando che la domanda è stata pari a più di 3 volte l’offerta e che ad aderire sono stati sia piccoli risparmiatori che grandi investitori, dall’Italia e dall’estero. L’offerta globale messa a punto dal ministero riguarda 453 milioni di azioni ordinarie, pari al 34,7% del capitale sociale, che diventerà il 38,2% in caso di esercizio integrale dell’opzione greenshoe.

Il 30% dell’offerta globale verrà allocato al pubblico indistinto e ai dipendenti, il 70% agli investitori istituzionali, cifre che si sposterebbero rispettivamente al 27,3% e al 72,7% considerando, appunto, la greenshoe. Il prezzo di collocamento di Poste Italiane, ha annunciato lo stesso Padoan, è stato fissato a 6,75 euro per azione: su questa base, la capitalizzazione corrisponde a circa 8.816 milioni di euro. Le risorse ottenute dalla valorizzazione” della società, ha chiarito il ministro, andranno “ad abbattimento del debito pubblico” e contribuiranno “al processo virtuoso di diminuzione del rapporto debito/Pil”.

Per ministero del Tesoro, ha anticipato ancora Padoan, l’introito dato dalla quotazione sarà pari a quasi 3,4 miliardi di euro: in particolare l’offerta globale di vendita di 453 milioni di azioni garantirà un incasso di 3.058 milioni di euro, che salirà a 3.364 milioni in caso di esercizio integrale dell’opzione greenshoe.

Ad aggiungere un ulteriore elemento di interesse, il fatto che il debutto in Borsa di Poste Italiane potrebbe fornire un precedente sul quale si misureranno le prossime privatizzazioni messe in cantiere dal Governo: a partire da quelle di Enav e Ferrovie dello Stato, citate espressamente da Padoan in conferenza.

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