Milano, 8 ott. (LaPresse) – “Bisognava mettere un punto, dare una svolta. Sono mesi che parliamo senza approdare a nulla. Cgil, Cisl e Uil si dicono d’accordo, sia pure con qualche differenza tra loro, sul fatto che bisogna cambiare. Poi, quando si tratta di sedere al tavolo tecnico se ne presenta uno su tre. Così non si va da nessuna parte e allora è giusto che ciascuno si assuma le proprie responsabilità”.
Così Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, intervistato da ‘la Repubblica’, spiega le motivazioni che hanno portato gli industriali martedì a fermare il tavolo tecnico per riscrivere il contratto nazionale. Secondo Squinzi, la leader Cgil Susanna Camusso si comporta come “se uno volesse giocare e tutti gli altri no. Allora, ad un certo punto, uno si stufa, mette il pallone sotto braccio e se ne va. Tra l’altro, quel pallone è da tempo decisamente sgonfio”. “Chiediamo di cambiare le regole per i rinnovi. Risalgono a oltre 20 anni fa, e il mondo è completamente cambiato. Invece Cgil, Cisl e Uil vorrebbero il contrario: prima la firma dei contratti nazionali di categoria e poi la riforma delle regole generali con cui fare i contratti. Così se ne riparlerà tra quattro anni e nel frattempo le aziende continueranno a subire un salasso ingiusto” spiega Squinzi. “Gli aggiustamenti del salario vanno legati ai risultati aziendali. Quindi la determinazione dell’adeguamento non può che avvenire ex post. Funziona così ovunque ” prosegue Squinzi.
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