Roma, 29 set. (LaPresse) – Cresce il numero dei pensionati italiani espatriati: nel 2014 sono stati 5.345, il 65% in più rispetto all’anno precedente. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Inps ‘World wide’ presentato oggi a Roma dal presidente dell’istituto Tito Boeri. Dal 2010 il numero dei pensionati che ha deciso di trasferirsi all’estero è più che raddoppiato (+109%), toccando quota 16.420.
“Questo fenomeno erode la base imponibile: molti pensionati ottengono l’esenzione della tassazione diretta e non consumano in Italia“, ha spiegato Boeri. “Il fenomeno – ha sottolineato il presidente dell’Inps – non è compensato da flussi in ingresso di pensionati Inps che rientrano”.
L’Inps eroga all’estero, ogni anno, circa 400mila trattamenti pensionistici in oltre 150 Paesi per una spesa complessiva che supera il miliardo di euro. “L’andamento del numero di pensioni erogate risulta altalenante nell’ultimo decennio, con un picco registrato negli anni 2010 e 2011 e una riduzione negli anni successivi”, si legge. Il 61% delle pensioni pagate all’estero nel 2014 sono di vecchiaia o di anzianità, il 4% di invalidità e il 35% sono erogate ai superstiti.
IMMIGRATI: 3 MILIARDI DI CONTRIBUTI. Ci sono 198mila stranieri, nati prima del 1949, che hanno lavorato versando contributi in Italia che oggi valgono oltre 3 miliardi di euro: questi soggetti non ricevono prestazioni previdenziali, molto spesso perchè rientrati nel loro Paese di origine non esercitando il loro diritto. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Inps ‘World wide’, presentato oggi a Roma dal presidente dell’istituto Tito Boeri. Negli ultimi anni gli stranieri versano mediamente contributi annui tra i 7 e gli 8 miliardi di euro e se anche solo il 5% di questi contributi non dà luogo a prestazioni, si ha un flusso di ‘free riding’ annuale pari a circa 375 milioni di euro.
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