Milano, 31 ago. (LaPresse/Finanza.com) – Dopo un avvio promettente sotto la spinta del rally di Eni, Piazza Affari si è uniformata oggi all’umore incerto dei mercati. Il Ftse Mib ha così chiuso in calo dello 0,24% a quota 21.941 punti.
Permangono le incertezze sul fronte cinese e gli interrogativi sul primo rialzo dei tassi negli Stati Uniti. Il vice presidente della Federal Reserve (Fed), Stanley Fisher, ha usato toni cauti circa l’eventualità di un rialzo dei tassi affermando che è ancora troppo presto per valutare gli effetti delle turbolenze sui mercati a seguito della decisione della Cina di svalutare lo yuan.
Protagonista di giornata a Milano è stata Eni (+1,52% a 14,63 euro) sull’onda della maxi-scoperta in Egitto, un giacimento supergiant che presenta un potenziale di risorse fino a 850 miliardi di metri cubi di gas in posto (5,5 miliardi di barili di olio equivalente) e un’estensione di circa 100 chilometri quadrati. “Una tale scoperta aumenta sostanzialmente la visibilità per raggiungere l’obiettivo di 8 miliardi di euro di dismissioni nel periodo del piano (2015-2018) – commentano gli analisti di Mediobanca – con la società che è alla ricerca di opzioni per asset tra cui i giacimenti di petrolio e gas nigeriano, Congo e Mozambico”. In deciso progresso anche Saipem (+2,44% a 8,58 euro). Nel weekend Eni ha smentito l’indiscrezione stampa circa una possibile scissione delle azioni detenute in Saipem. Questa soluzione, ha rimarcato una breve nota di Eni, non è allo studio.
Segno meno invece per Fca (-1,25% a 12,54 euro) con il mercato che ha guardato con distacco alle nuove avance di Sergio Marchionne a Gm. Nell’intervista pubblicata da Automotive News il ceo di Fca ribadisce che la migliore opzione a disposizione sia una fusione tra le due case automobilistiche che porterebbe alla nascita di un gruppo capace di generare 30 mld di dollari di liquidità l’anno. “Data la mancanza di disponibilità da parte di Gm Marchionne cerca di sollecitare la comunità finanziaria al fine di forzare Gm almeno a studiare un possibile deal – rimarca Equita – non escludiamo che ciò possa sfociare anche un deal non friendly”.
Tra i bancari cali nell’ordine del 1,6% per Ubi Banca e Bper. Quest’ultima secondo Il Messaggero sarebbe in pole position per un’aggregazione con Veneto Banca una volta che l’istituto veneto completerà la trasformazione da popolare a spa.
Lunedì in testa al listino milanese per l’As Roma (+5,09%) all’indomani dell’importante vittoria in campionato contro la Juventus. Gli uomini di Rudi Garcia hanno battuto 2-1 i bianconeri che rimangono quindi a zero punti dopo due giornate.

